domenica 23 agosto 2009

Rompere il silenzio


Quanto accaduto ieri a Roma, mi riferisco all’aggressione dei due ragazzi gay all’uscita dal Gay Village, è di una gravità inaudita. Così come inaudito è il nostro silenzio.
In un momento in cui l'indignazione deve invece salirci dalla gola, soffocare le lacrime di sgomento, per reagire.

Raccolgo, quindi, l’appello di Paola Concia: su queste tematiche che coinvolgono da vicino la nostra felicità, la nostra libertà, il nostro senso di democrazia dobbiamo rompere il silenzio.

Non si tratta di dare un segno di solidarietà (a quella ci ha pensato già il sindaco Alemanno), ma di provare indignazione e reagire pubblicamente con le nostre proposte concrete.
E se il PD che di suo ha eliminato dal programma della festa nazionale le tematiche lgbt, e se il PD che di suo non è intervenuto sul caso in questione, lo faccia Marino.

Se il PD non è ancora maturo, adulto per reagire, la mozione Marino invece proprio su questi temi che ci distinguono, deve dare il suo apporto.

Abbiamo un programma di mozione in questo chiarissimo.

La mozione Marino, lo stesso Ignazio Marino deve uscire pubblicamente sul caso, perché è sconcertante il silenzio del PD: se un ragazzo è in fin di vita è anche colpa delle nostre ipocrisie.

E’ stato pugnalato per un bacio? E’ stato pugnalato da un pregiudicato alle quattro di notte, in un posto appartato, dove sarebbe meglio che tutti se ne stessero già in casa perché sennò può capitare?
No. E’ stato pugnalato da chi ancora non gli ha garantito una legislazione contro l’omofobia che faccia cultura tra la gente, da chi ancora non gli ha garantito una legge che riconosca gli stessi diritti alle coppie gay e lesbiche: per cui se cammino col mio ragazzo mano nella mano posso anche rischiare di morire perché, a partire dalle istituzioni e dallo stesso PD, nessuno sta spiegando a tutte le donne e gli uomini di questo paese che se sono gay, sono COME GLI ALTRI.

Se questo silenzio nasce dalla paura di essere presi per gente che vuole strumentalizzare un caso vuol dire che non abbiamo la coscienza pulita, nemmeno noi. Ma così non può essere perché abbiamo temi forti al centro del nostro programma, che se permettete io – come altri - ho scelto non tanto per vincere un congresso, ma per la speranza - di cui Marino ci ha sempre parlato - che anche da noi nasca la possibilità di cambiare questa società.

Quindi rompiamo il silenzio.
In attesa che questo silenzio venga rotto,

Roberto Maldini
Coordinatore Rete Rimini per Marino

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