sabato 21 novembre 2009

Solidarietà ai lavoratori della Klarius di Finale Emilia!


La crisi impatta duramente anche le imprese modenesi calano gli ordinativi e cresce la disoccupazione.
E’ di tre giorni fa la notizia della volontà della proprietà di Klarius, ex Ansa marmitte, di chiudere lo stabilimento di Finale Emilia e licenziare i 168 dipendenti. Oggi uno spiraglio di speranza. Trc riporta la notizia di un incontro di ieri pomeriggio tra sindacati, Rsu, liquidatore e legali dell’azienda in cui si è deciso di far scattare la cassa integrazione straordinaria di un anno per tutti i 168 dipendenti dell’impresa nella speranza di trovare un nuovo acquirente che rilevi l’attività, salvaguardando i posti di lavoro.
Klarius annovera tra i suoi clienti Ducati, Aprilia e Lamborghini.
Infatti dalla brochure aziendale emerge che “all'interno della ANSA vengono prodotti giornalmente fino a 7.000 impianti al giorno, per un totale di oltre 1.500.000 di marmitte realizzate in un anno. Questi numeri sono il frutto di una organizzazione interna del personale molto accurata e di sistemi produttivi all'avanguardia”. Tra l’altro Ansa marmitte è un’azienda storica del territorio avendo iniziato l’attività nel 1959.
Per non perderli i lavoratori si sono impegnati a garantire la continuità produttiva.
Tra gli attestati di solidarietà ai dipendenti della Klarius segnaliamo quello di Michele Andreana, responsabile Lavoro del PD di Modena, che ha dichiarato:
“[..]Bene hanno fatto i lavoratori e le organizzazioni sindacali a reagire a questa decisione e decidere le conseguenti forme di lotta per difendere l’azienda e il loro posto di lavoro. La Klarius (ex Ansa Marmitte) è un’azienda storica del territorio che ha un marchio conosciuto, prodotti apprezzati dal mercato e ordini sufficienti per continuare a produrre e dare lavoro ai suoi dipendenti.
E’ quindi un patrimonio della comunità da salvaguardare, soprattutto in questa difficilissima situazione economica. Per questo facciamo appello alle migliori energie imprenditoriali locali, alle banche e alle istituzioni affinché si faccia ogni sforzo per salvaguardarlo. Esprimiamo la nostra vicinanza e il nostro sostegno alle richieste dei lavoratori e alle lavoratrici della Klarius”.
Anche noi vogliamo esprimere la nostra solidarietà ai lavoratori della Klarius con la promessa di documentare gli sviluppi di questa crisi aziendale nel tentativo di impedire che cada nel dimenticatoio.

venerdì 20 novembre 2009

In trasparenza: contributo alla discussione democratica


Come democratici riteniamo che parole e fatti debbano andare sempre – indissolubilmente – di pari passo e che la vita del partito, a partire dei suoi organismi, debba essere caratterizzata dal confronto e dal dialogo a partire da posizioni chiare, argomentate laicamente, e sempre accompagnate da proposte concrete.
Con questo approccio costruttivo intendiamo contribuire alla fase politica in corso che si apre con la prima assemblea regionale del partito.

1. IL FUTURO DEL PARTITO

Il partito come casa di vetro
Riteniamo fondamentale la realizzazione concreta di un partito aperto, trasparente, motore di formazione a diversi livelli, efficiente nella sua modalità di essere, attraverso il buon funzionamento degli organismi.
Un partito politico svolge appieno la sua funzione se le sue sedi sanno essere anche luoghi di confronto, discussione, formazione, di crescita culturale e civica.
Per questo occorre che il Pd investa energie e fondi per una scuola di formazione politica, avvalendosi anche dell'apporto di tutti gli ex amministratori disposti ad impegnarsi ancora per il futuro del nostro partito.
Questo permetterà di mantenere la conoscenza della politica trascorsa garantendo, altresì, una vigorosa iniezione di nuova linfa nel partito.
I circoli del Pd devono essere aperti alle associazioni. Le sedi devono avere un effettivo contatto con il territorio, dovrebbero restare aperte il più possibile e dovrebbero rappresentare un punto di aggregazione in cui varie realtà si incontrano liberamente, e non solo durante le iniziative pubbliche. A tal fine si propone di dare in comodato, gratuito con il rimborso delle spese vive, lo spazio fisico delle nostre sedi alle associazioni di volontariato, che si occupano di solidarietà, presenti nel territorio, ovviamente nei giorni e negli orari in cui gli spazi rimangono inutilizzati. In questo modo, e senza costi economici o di altro genere, otterremmo di dialogare finalmente con realtà che ci sono sconosciute, di interagire con esse e di farci conoscere, facendo capire che anche la nostra militanza è volontariato (sotto questo profilo, si propone l’istituzione di un Meeting annuale sulle buone prassi associative promosso dal partito stesso).

Per un’effettiva democrazia paritaria.
La democrazia non può definirsi tale se continua a escludere le donne o a lasciarle ai margini della vita pubblica e dai luoghi decisionali, privandosi del loro sguardo sul mondo.
Oltre che nella vita interna al partito, riteniamo essenziale che le norme che sanciscono la parità di genere debbano valere anche negli ambiti di rappresentanza istituzionale e nei consigli di amministrazione, cioè in tutti i luoghi dove si prendono decisioni fondamentali per la vita e l’economia del Paese.
Anche per segnare questa visione proponiamo l’Istituzione di un Comitato di Garanti tutto al femminile. Un comitato di garanzia tutto al femminile, definito su basi di merito, su figure autorevoli per la storia politica e per la pratica quotidiana fondata sulla promozione dei diritti civili in quanto ideali collettivi e quale propria modalità di vita, non integralista, chiuso o pregiudizialmente di parte.
Ciò consentirà al PD di utilizzare una prospettiva di genere e di dare corso e sostanza ai pilastri sui quali si dovrebbe fondare la vita democratica all’interno di un partito: meritocrazia, partecipazione e laicità.

2. PROPOSTE PER LA REGIONE DEL FUTURO

Ambiente, mobilità, territorio
La discussione congressuale ha evidenziato un importante convergenza di tutto il partito sulla centralità dell’ambiente come patrimonio collettivo e fattore qualificante delle politiche regionali relative all’energia, la mobilità, la gestione e tutela del territorio. Altrettanto condivisa è stata la necessità di orientare verso nuove tecnologie e attività produttive, sostenibili sul piano ambientale, le iniziative per favorire l’uscita dalla crisi.
È ora fondamentale che questi principi e queste idee trovino puntuale riscontro nel programma per il prossimo mandato amministrativo, con proposte chiare e coerenti che contribuiscano ad allargare significativamente l’area di consenso del partito anche verso ampi settori dell’elettorato particolarmente sensibili a questi temi. A questo scopo proponiamo:
- per quanto riguarda la mobilità, di dare priorità effettiva – anche mediante vincoli di bilancio - al trasporto pubblico su quello privato, al trasporto su ferro rispetto quello su gomma, alle infrastrutture ferroviarie su quelle stradali;
- per quanto riguarda l’energia, di rafforzare in maniera intensiva le politiche di incentivo e sviluppo delle fonti rinnovabili, e favorire sul territorio la ricerca scientifica ed industriale sulle tecnologie collegate; di dare seguito al “no al nucleare” favorendo la creazione di distretti di produzione di energie rinnovabili;
- per quanto riguarda i rifiuti, di definire obiettivi regionali vincolanti per una corretta gestione del ciclo dei rifiuti basata su riduzione, riuso e riciclo, che puntino a minimizzare nel corso dei prossimi cinque anni la quota residua da trattare in discarica e negli inceneritori, portando la regione all’avanguardia nella gestione dei rifiuti sia urbani che industriali;
- per quanto riguarda la questione del consumo del territorio, di arrestare il processo di espansione degli insediamenti residenziali e produttivi, che sta erodendo il territorio rurale - patrimonio fondamentale per le vocazioni turistiche ed agroalimentari della regione - ed è la principale causa dell’aumento della richiesta di mobilità. Introdurre vincoli normativi all’utilizzo di nuovo territorio (green land) riorientando di conseguenza l’attività edilizia verso la riqualificazione e sostituzione del patrimonio esistente (con conseguenti benefici energetici e urbanistici) e il riuso di aree dismesse.

Lavoro/lavori
La Regione deve affrontare la crisi costruendo al contempo il proprio futuro, sia in termini di produttività delle proprie aziende che di equità. La produttività si raggiunge costruendo un ecosistema imprenditoriale fortemente innovativo e in cui gli investimenti pubblici aiutino a creare tale ecosistema: capitali di rischio e accesso al credito per le start-up, relazioni organiche e continuative tra università e imprese, spirito imprenditoriale diffuso tra i giovani, burocrazia ridotta all'osso, valorizzazione delle migliori aziende riconosciute come "simboli" regionali. Si deve garantire sostegno diretto alle aziende innanzitutto pagando i debiti che le istituzioni pubbliche hanno in essere con loro e poi allargando i cordoni delle garanzie bancarie. Sul lato del lavoro, la Regione deve impegnarsi a sopperire alle mancanze dello stato sugli ammortizzatori sociali per i lavoratori precari, rendendo un disoccupato proveniente da un contratto precario o da una piccola azienda uguale ad un disoccupato proveniente da un contratto a tempo indeterminato o una grande azienda.

Legalità
In un surreale dibattito sui mali della giustizia, imposto da una destra interessata a rendere intoccabile il proprio padrone, il PD e le amministrazioni di centro-sinistra devono riconoscere che la giustizia e la legalità sono una infrastruttura fondamentale di una democrazia liberale e che anche nella nostra regione ci sono delle criticità su questo versante. La Regione può, a legislazione vigente, intervenire in maniera chiara ed efficace istituendo una Commissione regionale contro le Mafie [che si ponga come obiettivo di individuare, denunciare pubblicamente e - collaborando con gli operatori pubblici (Polizia, Carabinieri, Magistratura, Prefetti, Sindaci) e privati (ad esempio, l'associazione Libera) a sostegno della legalità - abbattere la presenza delle Mafie nella nostra regione] e investendo risorse economiche e umane per aiutare concretamente i tribunali della regione ad abbattere i tempi dei processi a livelli di standard Europei.

Ricerca
La ricerca è un investimento di lungo periodo nelle risorse umane e sulla cultura di un territorio. Se il sistema di ricerca funziona si riescono ad attrarre fondi, intelligenze, aziende, e si riescono a costruire posti di lavoro ad altissima qualificazione, che sono gli unici oggi inattaccabili dalla competizione internazionale. La regione Emilia Romagna deve ambire ad entrare nella lega dei territori del mondo riconosciuti per la loro eccellenza in ambito di ricerca e che producono risultati, sia nelle proprie università che nelle proprie aziende, di alto livello. Per questo c'e' bisogno di un nuovo approccio, in cui la burocrazia nella concessione dei fondi alla ricerca sia abbattuta e la meritocrazia diventi il principale strumento di valutazione. Il meccanismo dei Grant con commissioni non governabili da logiche politiche e quindi internazionali, sembra essere oggi l'unica strada che garantisca questi obiettivi. Ogni ricercatore e ogni impresa devono poter presentare il proprio progetto di ricerca, in ogni momento dell'anno e non legate a call specifiche come nella logica dei bandi attuali, e devono ricevere una risposta in tempi ragionevoli sul suo finanziamento. I risultati ottenuti e l'età dei ricercatori devono poi essere i criteri principali per valutare i grant successivi, premiando quindi i ricercatori giovani che fanno buona ricerca.
Per sviluppare questi approcci si propone l’istituzione di un tavolo permanente della ricerca promosso dal Pd regionale che tenga aperto, in maniera costante, il dialogo tra i soggetti coinvolti in questa visione (enti di ricerca, università, istituzioni, sistema produttivo). e che guardi con attenzione alla ricerca pubblica, presente e di altissimo livello nella nostra regione, in quanto investire davvero nella conoscenza e nella ricerca vuol dire riconoscere il ruolo fondamentale della conoscenza come patrimonio di una comunità.

Laicità e diritti di tutti
Un partito come quello Democratico, che voglia rappresentare le forze progressiste del paese, non può non mobilitarsi – costantemente – per i diritti, e per i diritti di tutti. Per i diritti civili, per i diritti sociali, per i diritti di cittadinanza.
Con riferimento ai primi è tempo che il PD, con spirito laico, si batta con decisione per approvare una legge contro l’omofobia; per istituire, a partire dai Comuni, i registri per la dichiarazione relativa al proprio testamento biologico; per approvare un codice antidiscriminatorio su scala regionale, che contrasti ogni forma di discriminazione.

Multiutility
Dopo la stagione importante delle aziende municipalizzate e consortili la riforma, anche se parziale dei SPL e di segmenti sensibili come il Servizio Idrico Integrato (SII), i rifiuti, il Trasporto Pubblico locale (TPL) e l’intervento legislativo accompagnato da una forte pressione politica da parte della regione hanno dato vita ad alcune grandi Multiutility pubblico-private, quotate in Borsa, che gestiscono servizi di impatto quotidiano per la vita dei cittadini. Hera ed Enia sono soggetti economici, imprenditoriali, industriali rilevanti in questa Regione.
Il mercato come strumento di regolazione che realizza la migliore efficienza dimostra nel caso dei SPL tutta la sua inadeguatezza. Risalta invece il ruolo del pubblico come soggetto di programmazione, verifica e controllo. Questa dimensione non è stata adeguatamente curata e ne misuriamo oggi tutto il ritardo. La complessità nel raccordo tra obiettivi a breve e lungo termine, la miriade di Comuni soci, ciascuno privo delle professionalità e delle competenze necessarie, la debolezza organizzativa e politica dei nuovi soggetti collettivi messi in campo (ATO) e la solitudine in cui sono stati lasciati ad affrontare problemi emergenti, richiede che la Regione riprenda saldamente la direzione di un processo che ha ampi margini di miglioramento. Resta inoltre irrisolto, nell’attuale modello, un nodo politico rilevante: i comuni sono azionisti (detengono la proprietà) e, allo stesso tempo, attraverso l'assegnazione del servizio 'in house' (che l'Europa giustamente ci contesta), affidano il servizio pubblico alla società di cui sono proprietari (quindi a se stessi), senza gara d'appalto. Inoltre, come se ciò non bastasse, tramite ATO controllano (o dovrebbero farlo) l'operato delle multiutility (di cui sono proprietari).
Chi, come noi, si propone di affrontare il problema dei conflitti di interesse deve coerentemente porsi problema di mettere mano a questo intricato meccanismo che assegna a i comuni ruoli fra loro inconciliabili.

3. ECCELLENZA E INNOVAZIONE AI VERTICI DELLA NOSTRA REGIONE
Ci siamo presentati agli iscritti e agli elettori rivendicando la necessità di primarie per tutte le cariche elettive e del rispetto totale delle regole. In questo senso, lo statuto del PD dice chiaramente che non sono ammessi più di due mandati nella stessa carica amministrativa a meno di deroga concessa dall’Assemblea regionale. Ecco perché votare la deroga per il governatore Vasco Errani significa innanzitutto caricare questo gesto di alcuni significati profondi, che trovano la loro legittimazione nella concreta ricerca di una necessaria innovazione, sia in termini di metodi sia di contenuti.
Occorre porre al centro della nuova amministrazione programmi al passo con i tempi e una nuova squadra di governo che sappia cogliere le sensibilità emergenti, rompendo gli schemi di una politica che rischia, in alternativa, di divenire più distante dai reali bisogni dei cittadini e di non cogliere nuove sfide che si estendono sui prossimi decenni.
Per questo riteniamo che la nuova squadra di governo della Regione dovrebbe essere composta da persone con specifiche competenze politiche e professionali, che siano in grado di interpretare al meglio le sfide future che la nostra regione dovrà affrontare.
La competizione elettorale che ci aspetta sarà particolarmente difficile, anche per gli evidenti risvolti nazionali che il risultato comporterà. Dovremo fare attenzione alle alleanze che costruiremo, evitando accordi precostituiti tra le segreterie dei partiti ed in particolare accordi “preventivi” con forze come l'UDC.
Riteniamo coerenti e opportune le alleanze costruite sulla base di un programma condiviso e volto a realizzare precisi obiettivi che consentano alla nostra Regione di continuare ad essere un punto di riferimento per qualità della vita e coesione sociale.

Liana Avanzini
Francesca Bergamini
Valter Bezzi
Giuseppe Bizzi
Maria Luisa Cammarata
Paola Campana
Sandra Carli Ballolla
Thomas Casadei
Emanuele Ciotti
Rossella Eunini
Erika Ferranti
Nunzia Fina
Marina Flamigni
Luca Foresti
Federica Franceschini
Alga Franciosi
Carlo Gavanelli
Valentina Graziani
Francesca Marchetti
Monia Negusini
Alessandro Pilotti
Elisabetta detta Betty Rapetti
Lorenzo Romoli
Alessio Ronchi
Mara Roncuzzi
Sergio Salsedo
Ivan Scanavini
Paolo Serra
Salvatore Tesoriero
Marco Vicini
Angela Zagonara
Alberto Zanella
David Zanotti
Stefano Zona

Quando Pippo Civati presentò la Nostalgia del futuro in Feltrinelli a Modena


Riordinando il blog ci sono passate per le mani le foto del pomeriggio/sera del 30 settembre 2009 e il video della presentazione del libro Nostalgia del futuro di Pippo Civati a Modena in Feltrinelli.
Una vera chicca. Ci scusiamo per presentarla soltanto ora ma il congresso è stato un'avventura talmente concitata e entusiasmante che a volte abbiamo dovuto tralasciare di documentare momenti importanti.
Ora con più tempo questo è uno di quei video da gustare con calma.
Pippo Civati come sempre è fenomenale nello spiegare la politica con ironia, arguzia e leggerezza. Ovviamente il libro è bellissimo e lo consigliamo.
Presenta Ivan Scanavini.
Alle riprese Gianni Suzzi.
Scusate il ritardo e buona visione!

domenica 15 novembre 2009

Cari marinai riprendiamo il mare!

Cari marinai riprendiamo il mare!

Compagni di traversata

di Daniela Micheli



Come resistere a una richiesta di Ivan?
Dopo il mazzo che si è fatto in questi cento giorni di campagna sottomarina, è il minimo che a lui è dovuto.
Non so da che parte iniziare.
Solitamente i ringraziamenti si mettono alla fine, quando si esce di scena e gli applausi scrosciano, ma stasera inizio invece da lì, ringraziando tutti voi che avete condiviso un pezzo di strada con me, regalandomi sorrisi tra le incazzature quotidiane.
Oh, non aspettatevi dei francesismi, ciò che ho apprezzato di Marino in primis e in tutti voi per secondi ma non per ultimi, è stata proprio la vostra assoluta mancanza della ricerca di un lessico complicato e di una dialettica politika, le parole usate hanno rispecchiato la vostra semplicità e la vostra sincerità, genuini come il nostro lambrusco migliore.
Ricordi, Ivan, la sera che andammo a sentire le presentazioni delle tre mozioni a Sassuolo e io, alla fine, ti dissi di cancellarmi da ogni lista perché non sarei mai stata in grado di competere con sì tante alte parole?
Fu Gianni, il giorno dopo, a convincermi che non potevo mollare tutto lì, nonché Fiorella, che mi assicurò che la mozione Marino, quando sarebbe stato il mio turno, l’avrebbe presentata lei.
Non sembra, ma lei lo può confermare, che a me, a parlare davanti a una platea, mi sarebbe venuto sicuramente un attacco di dissenteria e si può presentare l’uomo nuovo del partito con una verde in faccia causa strizza?
No, non si può e Fiorella mi ha tolto le braci da sotto i piedi.
Vi ho mai scritto di quella sera?
Lei, compostamente seduta al tavolo dei relatori; naturalmente era l’ultima in scaletta, come da copione.
Prima di lei, per Bersani e Franceschini, persone che di presentazioni ne avevano fatte tante.
E si sentiva.
Fiorella, quella sera, aveva provocatoriamente indossato una maglia rosso fuoco e quando prese la parola (anche se non lo ammetterà mai, la conosco da quindici anni), le tremava un po’ la voce e, a ben guardare, anche le mani.
Però, man mano che proseguiva, prendeva vigore e il timore iniziale si scioglieva come neve al sole anche se fuori faceva ancora un caldo porco e le nostre colline erano ancora verdissime e non innevate.
Gli applausi a lei come agli altri, anzi, alle mie orecchie erano arrivati persino più calorosi, visto che per i predecessori io mi ero ben guardata dall’applaudirli.
Mica per niente, ma non erano i miei relatori, quei due, non parlavano del programma del mio uomo, quei due, perché spellarmi le mani, per quei due?
La mattina della ratifica al Palaconad di quanto era uscito dalle circoscrizioni comunali, ho sentito parlare per la prima volta Francesca e Maria Luisa e lì mi sono sentita, confesso, forse per la prima volta, facente parte di un gruppo, come non mi succedeva da… trent’anni o già di lì.
Insomma, quando ero una bambina anche io, come loro e sarà forse la voglia di risentirmi giovane, di fare parte di un qualche cosa che non è solamente un brontolare da dietro uno schermo o con gli amici del gruppo teatro, sarà che sentivo pulsare voglia di cambiamento, che mi sono trovata da Dio in mezzo a quei ragazzi, per la cui età, biologicamente, potrebbero essermi figli.
La settimana della maledetta fiera delle piastrelle mi ha impedito di essere presente all’incontro con Thomas e Pippo Civati che presentava il suo libro e ho un po’ rosicato, nel leggere Beppe che ne scriveva con entusiasmo.
E tra una riunione e l’altra, tra le cinquecento mail quotidiane di Suzzi e quelle di Beppe, quelle di Modena Per Marino, tra la serata che mi fa scoprire una Francesca non solo passionale in politica ma anche nel canto (il duetto con Daniele, nella performance di Caruso, un brivido) siamo arrivati a ieri.
Bellino il mio nome nella scheda azzurra, sotto quello di Juri, mi ha inorgoglita.
Dopo due telefonate a Ivan, ieri pomeriggio, sono anche riuscita a sapere dove mia madre avrebbe potuto esercitare il suo dovere civico di cittadina ancora iscritta alle liste elettorali, visto che quando se n’era parlato, in settimana, la vispa ottantina ha ribadito che lei è una comunista di quelle vecchio stampo e che doveva votare il nuovo segretario, o suo marito, mio padre, si sarebbe ribaltato nella tomba.
Spiegatole che se voleva bene a me, sua figlia, doveva mettere una crocretta sulla lista a destra, assicuratami che avesse preso gli occhiali, l’ho scaricata davanti al Circolo Fossetta, dove lei è, praticamente, di casa visto che ci va ogni giorno a giocare a bestia con il circolo pensionati comunisti e fancazzisti del rione.
Io sono andata ai seggi, non sapendo bene che dovevo fare; a Fiorano Modenese ci si conosce un po’ tutti quanti, soprattutto quelli della fascia d’età over 45 e il pomeriggio, tra una ricevuta e l’altra, è volato, fino alle venti precise quando sono state scaravoltati i cartoni contenti le schede elettorati, azzurre e rosa.
Bersani, Bersani, Bersani, Bersani, Bersani, Bersani, Franceschini, Bersani, Franceschini, Marino e via così, fino a quel 10,75% che, considerando lo zoccolo duro fioranese, non è un successo in senso lato ma lo è ugualmente.
Mentre con i ragazzi del seggio ci si sparava uno spaghetto alle vongole, mi chiedevo “E ora che faccio?”.
Me lo chiedo anche adesso, che farò.
Mille impegni in giro, cento promesse fatte e da mantenere.
Uno più, uno meno, non mi porterà poi via così tempo e mi dispiacerebbe perdere dei compagni di traversata come i tanti che ho conosciuto.
E torniamo a bomba e cioè ai ringraziamenti e concludo con un grazie collettivo a tutti quanti, non voglio fare il nome di nessuno perché rischio di dimenticarne qualcuno.
Il mio grazie a questi marinai che hanno guidato il sottomarino in un mare un po’ in burrasca ma che sono riusciti, con il loro entusiasmo e i loro sogni, a tener dritta la barra e portarci fino a qui.
Un po’ delusi, forse, ma sicuramente volenterosi di riprendere il mare e di navigare.
Perché l’avventura, forse, è solamente incominciata.
Grazie, compagni di traversata.
Daniela