giovedì 27 agosto 2009

Proposte di Modena per il programma di Thomas Casadei: etica, giustizia, partito



Proseguo le note già avviate con le precedenti mail, con alcuni approfondimenti, pur sempre sintetici per non appesantire la lettura. Mi auguro che sinteticità e schiettezza non si traducano in giudizio di sommarietà. Ometto le note sulla CULTURA, già inviate con una mail precedente e sinteticamente presentata nella riunione del 24 a Modena. Affronto ora i temi che mi stanno più a cuore, peraltro già accennati nel commento del 17/08 all'incontro di Fanano.
ETICA. Tralascio i diritti civili, su cui lavora un apposito gruppo, per soffermarmi sul concetto base di etica, peraltro fondamento della mozione Marino. Non basta appellarsi alla magistratura e rispettare il suo operato. Il problema va affrontato a monte; la magistratura interviene solo ex post. Il comportamento etico, la trasparenza, l'assenza di conflitti d'interesse, il mandato rappresentativo come assolvimento del bene comune - anche se a taluni appaiono come utopismi fuori tempo - devono essere i principi guida per la formazione e la selezione dei gruppi dirigenti e di rappresentanza. Chi sgarra, ma anche chi non è in odore di santità (ricordiamoci della moglie di Cesare) deve andarsene e sottoporsi a giudizio; della magistratura e del partito. Questa è la legge, non giustizialismo. Etica - ma anche buon senso, rispetto e pudore - comprende anche di evitare lo sfinimento di vedere sempre gli stessi, intercambiati tra di loro fino al ridicolo. Nella vita degli umani chi perde paga e se ne va. Anche a lavorare!
GIUSTIZIA. Non entro nel merito delle possibili riforme. Ci sono tanti avvocati, magistrati, costituzionalisti e docenti di diritto in Parlamento che rischierei il ridicolo. Il problema non è il riformismo. Il problema principale è il funzionamento. Se il 90% dei reati rimane impunito e il 10% che passa per tre gradi giudizio arriva solo tardivamente a conclusione, comporta un terrificante incentivo al reato. Se i reati economici vengono affievoliti con leggi "banana" o superati con i condoni, è lecito chiedersi perché ci si dovrebbe comportare civilmente. Le soluzioni, in primo luogo, stanno nel ripristino del funzionamento, pur garantendo ogni forma legittima di difesa:
- fissare tempi certi, invalicabili, per ogni operatore del settore, Si prenda la media temporale europea e la si applichi ai processi italiani.
- stabilire due gradi di giudizio
- rispetto della legge per tutti (anche per Cesare!)
PARTITO. Il PD deve diventare un vero partito e non un serbatoio elettorale, una messinscena per conquistare un posto di governo. Non sottovaluto la vittoria elettorale, perché concettualmente sono per governare e non per masturbarmi all'opposizione. Ma non è tutto. Deve essere una fucina di idee, una sede di confronto e una scuola di formazione dei quadri dirigenti e rappresentativi. I voti. il consenso si possono conquistare anche senza Porta a Porta (non sottovaluto il potere della tv! ma chi vuol capire capisca!). Che il segretario del PD concorra per diventare capo del governo è normale, ma non che il capo del governo nazionale, regionale, locale (incarichi pro tempore) siano coloro che dettano la politica del PD. Il partito è costituzionalmente, storicamente, idealmente concepito come soggetto atemporale, come elaboratore di idee e organizzatore di movimenti, che prescinde dai tempi dei mandati elettorali. Che il PD si appropri del ruolo che è proprio di un partito politico!
Per ora non vado oltre, però avrei alcune idee su ECONOMIA, RICERCA, USO DEL TERRITORIO. Le tengo per una comunicazione più ponderata, più utile forse per il programma regionale post congressuale.

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