giovedì 27 agosto 2009

Proposte di Modena per il programma di Thomas Casadei: il pd che vorrei



Il PD: un partito democratico/progressista a respiro maggioritario
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Da tempo mi sono convinto della necessità, almeno nell’ambito democratico/progressista(di sinistra) di avere un unico grande partito. La eccessiva frammentazione ha portato alla situazione attuale e spesso l’interesse per la sopravvivenza del singolo partito non ha coinciso con il “bene comune”.
Mi sembra quindi importante che l’area progressista di centro sinistra si possa riconoscere in un unico grande partito dove il denominatore comune potrebbe essere: “dare a tutti le stesse possibilità di studiare, curarsi, lavorare etc.”. Chiaramente innumerevoli possono essere le declinazioni attuative di questa indicazione ma esiste pur sempre una differenza abissale dalla destra. La destra populista e conservatrice elargisce soltanto elemosine aumentando i suoi privilegi.
All’interno del PD ci saranno quindi discussioni, anche accese, sui provvedimenti da portare avanti ma, una volta deciso democraticamente all’interno del PD, maggiori saranno le possibilità di incidere realmente nella società per trasformarla secondo la nostra visione.

Il politico non è una professione: ricambio continuo e sistematico.
Altra convinzione che ho matuarato nel corso degli anni è che quella del politico (eletto in organi istituzionali e di partito ad alto livello) non debba essere una professione per tutta la vita ma soltanto una parentesi non eccessivamente lunga (penso ad un massimo di dieci anni). Dopo questo periodo si dovrà necessariamente tornare alla propria professione ed eventualmente, in un futuro non troppo vicino (penso ad almeno altri dieci anni), si potrebbe toranre a ricoprire i ruoli di cui sopra (sempre per un periodo limitato).
immagino una società nella quale la democrazia (almeno per quanto riguarda il centro sinistra) sia realmente partecipata, dove i circoli dei quartieri, dei comunii siano i luoghi dove si formano le idee e le proposte del centro sinistra.
Immagino un serie di regole all’interno dello statuto del PD che preveda queste limitazioni, che prevedano un ricambio continuo e sistematico.
Penso che la politica attiva, soprattutto ad alto livello, sia “mettersi a servizio degli altri”.
Non possiamo quindi ragionevolemente pretendere da ognuno di noi di essere sempre, per tutta la vita, “al servizio degli altri”.
Mi piacerebbe vedere proposte di legge che favoriscano l’ingresso e l’uscita dalla attività politica di alto livello di tutti i cittadini (artigiani, commercianti etc.) per i quali non sono al momento previste tutele per allentare il legame con la loro attività professionale e riprenderlo all’uscita del mandato.

Per l’Emilia Romagna.
Se non si riesce a livello del PD nazionale, proporre a livello regionale un regolamento che limiti ed eviti la presenza di persone che fanno politica per professione “a vita”.
Rompere del tutto quella consuetudine che vede persone impegnate prima come sindaci, poi come amministratori di società pubbliche, poi di nuovo consiglieri provinciali, poi a presiedere altra azienda pubblica, poi consiglieri regionali etc.etc.
Dobbiamo in Emilia Romagna avere la forza di rompere subito questa catena.
Molto è stato fatto. Non è però a mio parere sufficiente.

Partecipazione attiva: circoli, tessere ed albo/registro dei simpatizzanti.
“Partto solido, liquido, gassoso…”
Personalmente ritengo sia necessario un partito strutturato, con tanti circoli territoriali.
Penso sia necessario una partito che preveda una forma di associazione forte quale il tesseramente.
Dalla esperienza personale mi sembra però importante che possa essistere anche una forma di adesione meno forte del tesseramento. La dimostrazione la possiamo trovare confrontando il numero delle persone che hanno partecipato alle primarie con il numero degli iscritti.
Penso quindi ad una “albo/registro” dei simpatizzanti/sostenitori, da affiancare al tesseramento. Un albo nal quale si accede accettando i principi fondanti dle partito, lasciando i propri dati personali e di recapito ed un importo minimo (ad es 1 euro) come fatto durante le primarie.
Persone da contattare e coinvolgere a tutte le iniziative del circolo, utilizzando tutti i canali disponibili: email, sms e volantini/locandine.

Proporrei quindi alcune proposte operative per l’emilia romagna:
- circoli aperti tutti almeno una volta la settimana
- linea adsl in ogni circolo con una o due postazioni internet: per leggere e discutere insieme quanto si trova in rete. Per pubblicare opinioni. Per stampare volantini e locandini.
- bacheca (o più bacheche nella zona) del circolo: da tenere sempre aggiornata sia con temi nazionali che locali (ad esempio oper modena sarebbe già sufficiente pubblicare i comunicati stampa).
- integrazione bacheca cartacea/volantino/blog-sito: diffondere le stesse notizie con i vari mezzi a disposizione.

Emergenza informazione: il ruolo dei circoli e di internet.
E’ chiaro a tutti noi l’emergenza informazione nella quale viviamo: la TV è diventata lo strumento principe per veicolare informazioni e formare opinione. Il progetto P2 è pianamente operativo da decenni e l’informazione televisiova è tutt’altro che libera.
Penso che il PD debba fare tutto il possibile per far uscire l’Italia da questa situazione:
- denunaciando con sempre più vigore questa emergenza
- utilizzando canali alternativi alla TV per raggiungere tutti i cittadini.
A mio parere è quindi necessario che il PD elabori una serie di strumenti, connessi e complementari tra loro che permattano di veicolare informazioni.
Non solo internet, non solo email, ma ance volantini, locandine etc.
E’ sicuramente uno sforzo impegnativo ma a mio parere necessario per far uscire l’Italia da questa emergenza.

Dal punto di vista operativo vedi la proposta per i circoli al punto precedente.

No al nucleare: per una generazione diffusa e democratica dell’energia.
Un ulteriore contributo vorrei portarlo sulla questione energia. Penso che il PD debba ribadire un secco NO al ritorno dell’energia nucleare in Italia (non ora nelle motivazioni dettagliate).
Penso inoltre che il PD debba proporre una diversa bvisione della produzione di energia, non più basata su mega-centrali (quindi non solo nucleari) ma basata su una generazione diffusa dell’energia. Una generazione affidata a micro e piccole centrali (alimentate preferibilmente da fonti rinnovabili) connesse in rete tra loro. Una generazione “democratica” dell’energia che tenda progressivamente a diminuire il potere dei monopoli energetici (pubblici e/o privati).
Avere come obbiettivo l’autonomia energetica di ogni singola comunità/provincia/regione.

Per l’Emilia Romagna.
Modificare il piano energetico regionale mettendo più coraggio sia negli investimenti sulle neergie alternative, sia nella promozione della generazione diffusa.
Nodo cruciale è la distribuzione dell’energia: utilizzare, per quanto possibile, Hera (e le altre minicipalizzate): è sì una società quotata ma gli enti locali sono pur sempre i maggiori azionisti. Pensare quindi ad una rete distributiva che collega i vari microgeneratori diffusi mi sembrerebbe molto importante.

Mobilità sostenibile.

Un solo appunto più di forma che di sostanza: EMILIA METRO.
Dopo l’alata velocità, se ben ricordo, si passerebbe al potenziamento dle trasporto ferroviario locale.
da tempo mi gira per la tesa un nome da adare al progetto: EMILIA METRO.
Immagino questo servizio sulla falsariga degli “stop-train” olandesi: treni molto frequenti, che si fermano ovunque, che collegano diverse città di una stessa regione, con la possibilità anche di caricare la bicicletta.
Un esempio di fermate per la zona di Modena (abbiamo la fortuna che la ferrovia è parallela alla via emilia, asse viario sul quale si sviluppano molti insediamenti abitativi e produttivi): Modena stazione centrale, Modena Ipercoop, Modena Saliceto Panaro, Gaggio, Castelfranco, Cavazzona etc.etc. fino a Bologna.
Non servono stazioni ma (come in Olanda) banchine e ponte di attraversamento ciclo-pedonale.

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