domenica 13 dicembre 2009

Sì a più diritti per tutti i cittadini, sì all'art. 42


Nella disputa che ha opposto il cardinal Caffarra, arcivescovo di Bologna, e i legislatori della regione Emilia Romagna, noi sosteniamo con decisione questi ultimi. L’articolo 42 della legge finanziaria dell’Emilia Romagna è un’importante norma antidiscriminatoria e testimonia una volta di più che l’Emilia Romagna è una regione guida in Italia nell’impegno per la parità dei diritti.
Ricordiamo che l’Emilia Romagna, recita l’art. 42, “riconosce a tutti i cittadini di Stati appartenenti all’Unione europea il diritto ad accedere ai servizi pubblici e privati in condizioni di parità di trattamento e senza discriminazione, diretta o indiretta, di razza sesso, orientamento sessuale, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali”.
A noi pare sbagliato l’approccio del cardinal Caffarra che vuole proteggere la famiglia, limitando i diritti d’accesso ai servizi ai cittadini single e conviventi. Ci sembra una netta invasione di campo che sbaglia bersaglio prendendo di mira una norma di civiltà che estende a tutti i cittadini eguali diritti di accesso ai servizi del welfare regionale. Non si accenna in alcun modo, nell’articolo 42, alla definizione di famiglia che è stabilita dalla Costituzione e che è fuori dalla potestà legislativa della regione Emilia Romagna. Pertanto non crediamo che la crisi della famiglia tradizionale sia aggravata da un provvedimento che amplia i diritti delle persone, includendole ancor di più nel patto sociale. A questo proposito ha ragione Bonaccini quando dice che estendere i diritti rende la comunità più forte. E vorremmo aggiungere che a nostro avviso in politica quando si finge di non vedere un problema lo si nega.
Ci sono nuove articolazioni del vivere insieme che assomigliano molto alla famiglia tradizionale e che meritano un riconoscimento e una tutela giuridica all’insegna della civiltà. Questa a nostro avviso è la battaglia di cui deve farsi carico il PD, per la parità di diritti e l’eguaglianza per tutti i cittadini.
Se vi va di discuterne, ci piacerebbe conoscere la vostra opinione o idea in merito.

lunedì 7 dicembre 2009

Da Modena al No B.Day: bello esserci!

di Giuseppe Varini


Sabato 5 dicembre si è svolto il No Berlusconi Day a cui siamo molto soddisfatti di aver partecipato.
E’ stata una grande giornata di festa, mobilitazione e democrazia.
E siamo contenti che ci fossero anche molti democratici.
C’eravamo anche noi tra la gente, cittadini tra cittadini.

C’è chi dice che il Pd c’era. Certo c’eravamo noi e tanti altri che lo votano, c’erano molti dei nostri dirigenti nazionali, di sicuro c’erano quelli che ho sostenuto al congresso, prova concreta questa che ho fatto bene, che avevo scelto la parte più giusta per me, per le mie idee.
E per la verità c’erano anche tanti cittadini e dirigenti che avevano sostenuto Franceschini e pure Bersani.
Però non c’era la macchina organizzativa del Pd e quando dico che non c’era parlo con cognizione di causa. Sono modenese e per noi l’organizzazione è tutto, o quasi.
Non c’era, perché il 25 ottobre del 2008, il giorno del Circo Massimo, il giorno di Salva l’Italia, la corriera per venire a Roma alla manifestazione la presi direttamente davanti al mio circolo, a Castelnuovo, e so che di pullman in quell’occasione ne furono organizzati in molti circoli e molte volte più di uno, con il sostegno organizzativo della Federazione provinciale.

Non c’era perché non è arrivata alcuna indicazione in merito dal circolo e nessuna indicazione dalla direzione regionale di cui sono membro.

A parte la nota di Bersani dell’ultimo minuto e la libertà di andare null’altro, nulla più.

Tant’è che abbiamo dovuto prendere le corriere dell’Idv e di Rifondazione, quasi in semiclandestinità diciamo.

Questo dovrebbe farci riflettere e accendere tutte le spie. Allerta! Siamo di fronte a un fenomeno politico nuovo. Nuovo perché partito dal basso in modo orizzontale come ha scritto Vittorio Zambardino su Repubblica di qualche giorno fa. Nuovo per le modalità: tanto facebook, tanto internet, tanto social network.

Ma nuovo anche per i risultati non sappiamo se fossimo 90 mila come dice la Questura, un po’ pochini per me che c’ero (Vi posso assicurare che il colpo d’occhio era potente: un corteo imponente che si muoveva con enorme lentezza, la via Merulana piena di gente, un unico lungo fiume di gente fin dove arrivava lo sguardo) o un milione come dicono gli organizzatori o forse più realisticamente 500 mila poco più, poco meno.
Il dato è che l’affluenza è stata un successo prima di tutto per gli organizzatori e poi anche per le forze politiche che ci hanno creduto di più e da subito. Lo sventolio delle belle bandiere per dirla con Pasolini, di quelle bianche dell’Idv, perfino di quelle dei Verdi e anche delle nostre ma troppo poche.

E poi c’è il folklore, la manifestazione in senso stretto o largo, il libero manifestarsi della creatività della protesta civile: striscioni, rappresentazioni ironiche di Berlusconi, cartelli irridenti, volontari che abbozzavano sketch di teatro con per tema Berlusconi in strada, in mezzo a noi, in mezzo alla gente della manifestazione, tra il popolo di facebook, nell’onda viola.

E poi alcune considerazioni.

Il No B.Day, questo evento nato su facebook e sui blog dalla mobilitazione di tante persone, da un moto d’orgoglio della società civile, testimonia che c’è un’Italia migliore che non si rassegna alla deriva berlusconiana predominante.

C’è chi dice già che una protesta contro qualcuno senza proporre nulla è destinata a spegnersi nello spontaneismo sterile, staremo a vedere.

I tanti giovani e meno giovani di sabato vogliono dire basta a questo andazzo, basta al berlusconismo arrembante che straborda dalle televisoni come ha documentato benissimo Erik Gandini. Una notte lunga 15 anni e che non è detto che possa finire poi così presto.

Ne so qualcosa anch’io che ho votato per la prima volta il 27 marzo del 1994 per i Progressisti, una vita fa, anche se sono ormai un vecchietto vista l’età media di sabato: molti i giovani e giovanissimi che non hanno fatto in tempo a vedere Bim Bum Bam e il Drive-in ma solo il Grande Fratello che di sicuro è anche peggio.

Sempre quei giovani vogliono dire basta anche al conflitto d’interesse di cui Berlusconi è ottimo esempio e che produce cortocircuiti per cui il Milan diventa un vero e proprio instrumentum regni e dove una condanna civile a risarcire un altro gruppo industriale diventa un attacco della giustizia ad orologeria e di una certa sinistra.

Soprattutto basta allo sprezzo della legge e della giustizia affinché che la legge è uguale per tutti non sia solo una bella enunciazione di principio ma una realtà concreta e quotidiana.

Sono stanchi dell’adagio per cui in Italia ci sono i furbi e i coglioni…
Non ne possono più di quest’Italia sempre troppo uguale a se stessa e che Berlusconi ben rappresenta politicamente senza volerla migliorare con tutti i nostri caratteri e difetti nazionali.

La novità di internet e dei social network è un elemento fondamentale nel successo del No B.Day: l’affermarsi del ruolo di internet e dei social network come spazi di organizzazione di iniziative e manifestazioni politiche che è possibile tradurre in iniziative concrete e reali, di uomini e donne in carne ed ossa.
Spazi, quelli di internet e dei social network, che sono importanti per la democrazia, tanto più in Italia dove i media tradizionali sono troppo concentrati nelle mani di Berlusconi, appunto, con grave pregiudizio della libertà di stampa e informazione che sono elementi essenziali delle democrazie ben funzionanti.

Il No B-Day ci ha dato, meglio e una volta di più, la consapevolezza che organizzarsi è possibile, anche da noi, anche in Italia, dove internet non ha la diffusione che meriterebbe un paese avanzato.

Se come diceva Guy Debord dallo spettacolo non si esce, allora forse possiamo offrire uno spettacolo differente, uno spettacolo democratico, dal basso e più simile al No B-Day.

Come ha detto Bersani ci sono energie nuove con cui dobbiamo fare i conti, energie nuove che non ci faranno sconti sulla nostra etica pubblica, l’etica pubblica del PD.
Energie nuove che ci chiedono di essere credibili.

Una mia cara amica di facebook ha scritto il PD c’era perché c’eravamo noi. E’ molto vero. Io aggiungo c’eravano noi, con la nostra credibilità e il nostro esempio che in politica vuol dire molto.

Si dice: impara l’arte e mettila da parte. Di questa esperienza speriamo di poter fare tesoro per il futuro e siamo ben contenti di aver potuto dare una mano e aver partecipato a un simile evento politico nella speranza che possa davvero costituire l’inizio di una riscossa civile per l’Italia.

Purtroppo non siamo potuti rimanere per sentire le parole toccanti e di fuoco di Salvatore Borsellino. Peccato.

Il PD c’è da mercoledì cominciamo a organizzarci per la nostra manifestazione, Mille piazze per l’Alternativa l’11-12-13 dicembre a Modena come in tutta Italia. Il PD c’era. Il PD ci sarà.

giovedì 3 dicembre 2009

C'è una bella novità democratica...Nelle tue mani


Care democratiche e cari democratici,
spesso in queste ultime settimane ci siamo detti che dovevamo trovare il modo di non disperdere le tante energie positive e l’importante patrimonio di idee e metodi messi in campo nei mesi scorsi nell’ambito della discussione congressuale in seno al PD.
Un strumento molto importante, data anche la dimensione regionale della rete che è scaturita dall’esperienza della Mozione Marino/Casadei, può essere la rete internet. Per questo motivo, confrontandoci con le varie persone che nel corso delle primarie hanno gestito blog e siti, abbiamo pensato di realizzare un nuovo sito internet che si è pensato di chiamare www.nelletuemani.org.
Lo scopo del nuovo sito, che ha la struttura di un blog, è quello di funzionare da “contenitore comune”, in cui si possano trovare e inserire informazioni organizzate per temi e territori, e di diventare un punto di riferimento per chi voglia, all’interno e all’esterno del PD, saperne di più o fornire contributi sulle problematiche che ci stanno a cuore, in una relazione biunivoca con la realtà della nostra regione. Il sito, cioè, non deve essere solo uno spazio di discussioni teoriche e “virtuali”; queste potranno anche tradursi in iniziative e progetti concreti sul territorio e per il territorio (e perché no, caratterizzarsi anche come proposte su una scala più ampia). Analogamente, sarebbe importante riportare in questo sito sollecitazioni e notizie che vengono dalle varie realtà locali.
Stiamo ancora lavorando sulla sua forma definitiva, ma abbiamo pensato di partire dall’ottimo lavoro fatto con la stesura della mozione regionale e dai contributi programmatici di preparazione ad essa scaturiti dal ‘Laboratorio per il programma’.
E quindi i contenuti dei primi articoli pubblicati sono tratti dalla mozione presentata da Thomas Casadei e rappresentano una base di partenza per il confronto, l’approfondimento e lo sviluppo dei temi che più ci stanno a cuore aprendo la partecipazione a tutti coloro che sono interessati a dare il proprio contributo.
E’ possibile commentare in maniera libera e senza registrazioni gli articoli pubblicati e richiedere pure la pubblicazione di un proprio articolo scrivendo a info@nelletuemani.org indicando su quale tema si vuole intervenire.
L’obiettivo è quello di raccogliere idee e contributi che possano poi essere tradotti in iniziative pubbliche sul territorio, proposte e progetti concreti per il Partito Democratico dell’Emilia-Romagna.

mercoledì 2 dicembre 2009

Ivan Scalfarotto a Repubblica Tv

La bella intervista a Ivan Scalfarotto di qualche giorno fa su Repubblica Tv.
Da vedere! Molto chiara e ben argomentata. Uno sguardo d'insieme ai problemi e alla società che fa ben sperare per il futuro.

sabato 21 novembre 2009

Solidarietà ai lavoratori della Klarius di Finale Emilia!


La crisi impatta duramente anche le imprese modenesi calano gli ordinativi e cresce la disoccupazione.
E’ di tre giorni fa la notizia della volontà della proprietà di Klarius, ex Ansa marmitte, di chiudere lo stabilimento di Finale Emilia e licenziare i 168 dipendenti. Oggi uno spiraglio di speranza. Trc riporta la notizia di un incontro di ieri pomeriggio tra sindacati, Rsu, liquidatore e legali dell’azienda in cui si è deciso di far scattare la cassa integrazione straordinaria di un anno per tutti i 168 dipendenti dell’impresa nella speranza di trovare un nuovo acquirente che rilevi l’attività, salvaguardando i posti di lavoro.
Klarius annovera tra i suoi clienti Ducati, Aprilia e Lamborghini.
Infatti dalla brochure aziendale emerge che “all'interno della ANSA vengono prodotti giornalmente fino a 7.000 impianti al giorno, per un totale di oltre 1.500.000 di marmitte realizzate in un anno. Questi numeri sono il frutto di una organizzazione interna del personale molto accurata e di sistemi produttivi all'avanguardia”. Tra l’altro Ansa marmitte è un’azienda storica del territorio avendo iniziato l’attività nel 1959.
Per non perderli i lavoratori si sono impegnati a garantire la continuità produttiva.
Tra gli attestati di solidarietà ai dipendenti della Klarius segnaliamo quello di Michele Andreana, responsabile Lavoro del PD di Modena, che ha dichiarato:
“[..]Bene hanno fatto i lavoratori e le organizzazioni sindacali a reagire a questa decisione e decidere le conseguenti forme di lotta per difendere l’azienda e il loro posto di lavoro. La Klarius (ex Ansa Marmitte) è un’azienda storica del territorio che ha un marchio conosciuto, prodotti apprezzati dal mercato e ordini sufficienti per continuare a produrre e dare lavoro ai suoi dipendenti.
E’ quindi un patrimonio della comunità da salvaguardare, soprattutto in questa difficilissima situazione economica. Per questo facciamo appello alle migliori energie imprenditoriali locali, alle banche e alle istituzioni affinché si faccia ogni sforzo per salvaguardarlo. Esprimiamo la nostra vicinanza e il nostro sostegno alle richieste dei lavoratori e alle lavoratrici della Klarius”.
Anche noi vogliamo esprimere la nostra solidarietà ai lavoratori della Klarius con la promessa di documentare gli sviluppi di questa crisi aziendale nel tentativo di impedire che cada nel dimenticatoio.

venerdì 20 novembre 2009

In trasparenza: contributo alla discussione democratica


Come democratici riteniamo che parole e fatti debbano andare sempre – indissolubilmente – di pari passo e che la vita del partito, a partire dei suoi organismi, debba essere caratterizzata dal confronto e dal dialogo a partire da posizioni chiare, argomentate laicamente, e sempre accompagnate da proposte concrete.
Con questo approccio costruttivo intendiamo contribuire alla fase politica in corso che si apre con la prima assemblea regionale del partito.

1. IL FUTURO DEL PARTITO

Il partito come casa di vetro
Riteniamo fondamentale la realizzazione concreta di un partito aperto, trasparente, motore di formazione a diversi livelli, efficiente nella sua modalità di essere, attraverso il buon funzionamento degli organismi.
Un partito politico svolge appieno la sua funzione se le sue sedi sanno essere anche luoghi di confronto, discussione, formazione, di crescita culturale e civica.
Per questo occorre che il Pd investa energie e fondi per una scuola di formazione politica, avvalendosi anche dell'apporto di tutti gli ex amministratori disposti ad impegnarsi ancora per il futuro del nostro partito.
Questo permetterà di mantenere la conoscenza della politica trascorsa garantendo, altresì, una vigorosa iniezione di nuova linfa nel partito.
I circoli del Pd devono essere aperti alle associazioni. Le sedi devono avere un effettivo contatto con il territorio, dovrebbero restare aperte il più possibile e dovrebbero rappresentare un punto di aggregazione in cui varie realtà si incontrano liberamente, e non solo durante le iniziative pubbliche. A tal fine si propone di dare in comodato, gratuito con il rimborso delle spese vive, lo spazio fisico delle nostre sedi alle associazioni di volontariato, che si occupano di solidarietà, presenti nel territorio, ovviamente nei giorni e negli orari in cui gli spazi rimangono inutilizzati. In questo modo, e senza costi economici o di altro genere, otterremmo di dialogare finalmente con realtà che ci sono sconosciute, di interagire con esse e di farci conoscere, facendo capire che anche la nostra militanza è volontariato (sotto questo profilo, si propone l’istituzione di un Meeting annuale sulle buone prassi associative promosso dal partito stesso).

Per un’effettiva democrazia paritaria.
La democrazia non può definirsi tale se continua a escludere le donne o a lasciarle ai margini della vita pubblica e dai luoghi decisionali, privandosi del loro sguardo sul mondo.
Oltre che nella vita interna al partito, riteniamo essenziale che le norme che sanciscono la parità di genere debbano valere anche negli ambiti di rappresentanza istituzionale e nei consigli di amministrazione, cioè in tutti i luoghi dove si prendono decisioni fondamentali per la vita e l’economia del Paese.
Anche per segnare questa visione proponiamo l’Istituzione di un Comitato di Garanti tutto al femminile. Un comitato di garanzia tutto al femminile, definito su basi di merito, su figure autorevoli per la storia politica e per la pratica quotidiana fondata sulla promozione dei diritti civili in quanto ideali collettivi e quale propria modalità di vita, non integralista, chiuso o pregiudizialmente di parte.
Ciò consentirà al PD di utilizzare una prospettiva di genere e di dare corso e sostanza ai pilastri sui quali si dovrebbe fondare la vita democratica all’interno di un partito: meritocrazia, partecipazione e laicità.

2. PROPOSTE PER LA REGIONE DEL FUTURO

Ambiente, mobilità, territorio
La discussione congressuale ha evidenziato un importante convergenza di tutto il partito sulla centralità dell’ambiente come patrimonio collettivo e fattore qualificante delle politiche regionali relative all’energia, la mobilità, la gestione e tutela del territorio. Altrettanto condivisa è stata la necessità di orientare verso nuove tecnologie e attività produttive, sostenibili sul piano ambientale, le iniziative per favorire l’uscita dalla crisi.
È ora fondamentale che questi principi e queste idee trovino puntuale riscontro nel programma per il prossimo mandato amministrativo, con proposte chiare e coerenti che contribuiscano ad allargare significativamente l’area di consenso del partito anche verso ampi settori dell’elettorato particolarmente sensibili a questi temi. A questo scopo proponiamo:
- per quanto riguarda la mobilità, di dare priorità effettiva – anche mediante vincoli di bilancio - al trasporto pubblico su quello privato, al trasporto su ferro rispetto quello su gomma, alle infrastrutture ferroviarie su quelle stradali;
- per quanto riguarda l’energia, di rafforzare in maniera intensiva le politiche di incentivo e sviluppo delle fonti rinnovabili, e favorire sul territorio la ricerca scientifica ed industriale sulle tecnologie collegate; di dare seguito al “no al nucleare” favorendo la creazione di distretti di produzione di energie rinnovabili;
- per quanto riguarda i rifiuti, di definire obiettivi regionali vincolanti per una corretta gestione del ciclo dei rifiuti basata su riduzione, riuso e riciclo, che puntino a minimizzare nel corso dei prossimi cinque anni la quota residua da trattare in discarica e negli inceneritori, portando la regione all’avanguardia nella gestione dei rifiuti sia urbani che industriali;
- per quanto riguarda la questione del consumo del territorio, di arrestare il processo di espansione degli insediamenti residenziali e produttivi, che sta erodendo il territorio rurale - patrimonio fondamentale per le vocazioni turistiche ed agroalimentari della regione - ed è la principale causa dell’aumento della richiesta di mobilità. Introdurre vincoli normativi all’utilizzo di nuovo territorio (green land) riorientando di conseguenza l’attività edilizia verso la riqualificazione e sostituzione del patrimonio esistente (con conseguenti benefici energetici e urbanistici) e il riuso di aree dismesse.

Lavoro/lavori
La Regione deve affrontare la crisi costruendo al contempo il proprio futuro, sia in termini di produttività delle proprie aziende che di equità. La produttività si raggiunge costruendo un ecosistema imprenditoriale fortemente innovativo e in cui gli investimenti pubblici aiutino a creare tale ecosistema: capitali di rischio e accesso al credito per le start-up, relazioni organiche e continuative tra università e imprese, spirito imprenditoriale diffuso tra i giovani, burocrazia ridotta all'osso, valorizzazione delle migliori aziende riconosciute come "simboli" regionali. Si deve garantire sostegno diretto alle aziende innanzitutto pagando i debiti che le istituzioni pubbliche hanno in essere con loro e poi allargando i cordoni delle garanzie bancarie. Sul lato del lavoro, la Regione deve impegnarsi a sopperire alle mancanze dello stato sugli ammortizzatori sociali per i lavoratori precari, rendendo un disoccupato proveniente da un contratto precario o da una piccola azienda uguale ad un disoccupato proveniente da un contratto a tempo indeterminato o una grande azienda.

Legalità
In un surreale dibattito sui mali della giustizia, imposto da una destra interessata a rendere intoccabile il proprio padrone, il PD e le amministrazioni di centro-sinistra devono riconoscere che la giustizia e la legalità sono una infrastruttura fondamentale di una democrazia liberale e che anche nella nostra regione ci sono delle criticità su questo versante. La Regione può, a legislazione vigente, intervenire in maniera chiara ed efficace istituendo una Commissione regionale contro le Mafie [che si ponga come obiettivo di individuare, denunciare pubblicamente e - collaborando con gli operatori pubblici (Polizia, Carabinieri, Magistratura, Prefetti, Sindaci) e privati (ad esempio, l'associazione Libera) a sostegno della legalità - abbattere la presenza delle Mafie nella nostra regione] e investendo risorse economiche e umane per aiutare concretamente i tribunali della regione ad abbattere i tempi dei processi a livelli di standard Europei.

Ricerca
La ricerca è un investimento di lungo periodo nelle risorse umane e sulla cultura di un territorio. Se il sistema di ricerca funziona si riescono ad attrarre fondi, intelligenze, aziende, e si riescono a costruire posti di lavoro ad altissima qualificazione, che sono gli unici oggi inattaccabili dalla competizione internazionale. La regione Emilia Romagna deve ambire ad entrare nella lega dei territori del mondo riconosciuti per la loro eccellenza in ambito di ricerca e che producono risultati, sia nelle proprie università che nelle proprie aziende, di alto livello. Per questo c'e' bisogno di un nuovo approccio, in cui la burocrazia nella concessione dei fondi alla ricerca sia abbattuta e la meritocrazia diventi il principale strumento di valutazione. Il meccanismo dei Grant con commissioni non governabili da logiche politiche e quindi internazionali, sembra essere oggi l'unica strada che garantisca questi obiettivi. Ogni ricercatore e ogni impresa devono poter presentare il proprio progetto di ricerca, in ogni momento dell'anno e non legate a call specifiche come nella logica dei bandi attuali, e devono ricevere una risposta in tempi ragionevoli sul suo finanziamento. I risultati ottenuti e l'età dei ricercatori devono poi essere i criteri principali per valutare i grant successivi, premiando quindi i ricercatori giovani che fanno buona ricerca.
Per sviluppare questi approcci si propone l’istituzione di un tavolo permanente della ricerca promosso dal Pd regionale che tenga aperto, in maniera costante, il dialogo tra i soggetti coinvolti in questa visione (enti di ricerca, università, istituzioni, sistema produttivo). e che guardi con attenzione alla ricerca pubblica, presente e di altissimo livello nella nostra regione, in quanto investire davvero nella conoscenza e nella ricerca vuol dire riconoscere il ruolo fondamentale della conoscenza come patrimonio di una comunità.

Laicità e diritti di tutti
Un partito come quello Democratico, che voglia rappresentare le forze progressiste del paese, non può non mobilitarsi – costantemente – per i diritti, e per i diritti di tutti. Per i diritti civili, per i diritti sociali, per i diritti di cittadinanza.
Con riferimento ai primi è tempo che il PD, con spirito laico, si batta con decisione per approvare una legge contro l’omofobia; per istituire, a partire dai Comuni, i registri per la dichiarazione relativa al proprio testamento biologico; per approvare un codice antidiscriminatorio su scala regionale, che contrasti ogni forma di discriminazione.

Multiutility
Dopo la stagione importante delle aziende municipalizzate e consortili la riforma, anche se parziale dei SPL e di segmenti sensibili come il Servizio Idrico Integrato (SII), i rifiuti, il Trasporto Pubblico locale (TPL) e l’intervento legislativo accompagnato da una forte pressione politica da parte della regione hanno dato vita ad alcune grandi Multiutility pubblico-private, quotate in Borsa, che gestiscono servizi di impatto quotidiano per la vita dei cittadini. Hera ed Enia sono soggetti economici, imprenditoriali, industriali rilevanti in questa Regione.
Il mercato come strumento di regolazione che realizza la migliore efficienza dimostra nel caso dei SPL tutta la sua inadeguatezza. Risalta invece il ruolo del pubblico come soggetto di programmazione, verifica e controllo. Questa dimensione non è stata adeguatamente curata e ne misuriamo oggi tutto il ritardo. La complessità nel raccordo tra obiettivi a breve e lungo termine, la miriade di Comuni soci, ciascuno privo delle professionalità e delle competenze necessarie, la debolezza organizzativa e politica dei nuovi soggetti collettivi messi in campo (ATO) e la solitudine in cui sono stati lasciati ad affrontare problemi emergenti, richiede che la Regione riprenda saldamente la direzione di un processo che ha ampi margini di miglioramento. Resta inoltre irrisolto, nell’attuale modello, un nodo politico rilevante: i comuni sono azionisti (detengono la proprietà) e, allo stesso tempo, attraverso l'assegnazione del servizio 'in house' (che l'Europa giustamente ci contesta), affidano il servizio pubblico alla società di cui sono proprietari (quindi a se stessi), senza gara d'appalto. Inoltre, come se ciò non bastasse, tramite ATO controllano (o dovrebbero farlo) l'operato delle multiutility (di cui sono proprietari).
Chi, come noi, si propone di affrontare il problema dei conflitti di interesse deve coerentemente porsi problema di mettere mano a questo intricato meccanismo che assegna a i comuni ruoli fra loro inconciliabili.

3. ECCELLENZA E INNOVAZIONE AI VERTICI DELLA NOSTRA REGIONE
Ci siamo presentati agli iscritti e agli elettori rivendicando la necessità di primarie per tutte le cariche elettive e del rispetto totale delle regole. In questo senso, lo statuto del PD dice chiaramente che non sono ammessi più di due mandati nella stessa carica amministrativa a meno di deroga concessa dall’Assemblea regionale. Ecco perché votare la deroga per il governatore Vasco Errani significa innanzitutto caricare questo gesto di alcuni significati profondi, che trovano la loro legittimazione nella concreta ricerca di una necessaria innovazione, sia in termini di metodi sia di contenuti.
Occorre porre al centro della nuova amministrazione programmi al passo con i tempi e una nuova squadra di governo che sappia cogliere le sensibilità emergenti, rompendo gli schemi di una politica che rischia, in alternativa, di divenire più distante dai reali bisogni dei cittadini e di non cogliere nuove sfide che si estendono sui prossimi decenni.
Per questo riteniamo che la nuova squadra di governo della Regione dovrebbe essere composta da persone con specifiche competenze politiche e professionali, che siano in grado di interpretare al meglio le sfide future che la nostra regione dovrà affrontare.
La competizione elettorale che ci aspetta sarà particolarmente difficile, anche per gli evidenti risvolti nazionali che il risultato comporterà. Dovremo fare attenzione alle alleanze che costruiremo, evitando accordi precostituiti tra le segreterie dei partiti ed in particolare accordi “preventivi” con forze come l'UDC.
Riteniamo coerenti e opportune le alleanze costruite sulla base di un programma condiviso e volto a realizzare precisi obiettivi che consentano alla nostra Regione di continuare ad essere un punto di riferimento per qualità della vita e coesione sociale.

Liana Avanzini
Francesca Bergamini
Valter Bezzi
Giuseppe Bizzi
Maria Luisa Cammarata
Paola Campana
Sandra Carli Ballolla
Thomas Casadei
Emanuele Ciotti
Rossella Eunini
Erika Ferranti
Nunzia Fina
Marina Flamigni
Luca Foresti
Federica Franceschini
Alga Franciosi
Carlo Gavanelli
Valentina Graziani
Francesca Marchetti
Monia Negusini
Alessandro Pilotti
Elisabetta detta Betty Rapetti
Lorenzo Romoli
Alessio Ronchi
Mara Roncuzzi
Sergio Salsedo
Ivan Scanavini
Paolo Serra
Salvatore Tesoriero
Marco Vicini
Angela Zagonara
Alberto Zanella
David Zanotti
Stefano Zona

Quando Pippo Civati presentò la Nostalgia del futuro in Feltrinelli a Modena


Riordinando il blog ci sono passate per le mani le foto del pomeriggio/sera del 30 settembre 2009 e il video della presentazione del libro Nostalgia del futuro di Pippo Civati a Modena in Feltrinelli.
Una vera chicca. Ci scusiamo per presentarla soltanto ora ma il congresso è stato un'avventura talmente concitata e entusiasmante che a volte abbiamo dovuto tralasciare di documentare momenti importanti.
Ora con più tempo questo è uno di quei video da gustare con calma.
Pippo Civati come sempre è fenomenale nello spiegare la politica con ironia, arguzia e leggerezza. Ovviamente il libro è bellissimo e lo consigliamo.
Presenta Ivan Scanavini.
Alle riprese Gianni Suzzi.
Scusate il ritardo e buona visione!

domenica 15 novembre 2009

Cari marinai riprendiamo il mare!

Cari marinai riprendiamo il mare!

Compagni di traversata

di Daniela Micheli



Come resistere a una richiesta di Ivan?
Dopo il mazzo che si è fatto in questi cento giorni di campagna sottomarina, è il minimo che a lui è dovuto.
Non so da che parte iniziare.
Solitamente i ringraziamenti si mettono alla fine, quando si esce di scena e gli applausi scrosciano, ma stasera inizio invece da lì, ringraziando tutti voi che avete condiviso un pezzo di strada con me, regalandomi sorrisi tra le incazzature quotidiane.
Oh, non aspettatevi dei francesismi, ciò che ho apprezzato di Marino in primis e in tutti voi per secondi ma non per ultimi, è stata proprio la vostra assoluta mancanza della ricerca di un lessico complicato e di una dialettica politika, le parole usate hanno rispecchiato la vostra semplicità e la vostra sincerità, genuini come il nostro lambrusco migliore.
Ricordi, Ivan, la sera che andammo a sentire le presentazioni delle tre mozioni a Sassuolo e io, alla fine, ti dissi di cancellarmi da ogni lista perché non sarei mai stata in grado di competere con sì tante alte parole?
Fu Gianni, il giorno dopo, a convincermi che non potevo mollare tutto lì, nonché Fiorella, che mi assicurò che la mozione Marino, quando sarebbe stato il mio turno, l’avrebbe presentata lei.
Non sembra, ma lei lo può confermare, che a me, a parlare davanti a una platea, mi sarebbe venuto sicuramente un attacco di dissenteria e si può presentare l’uomo nuovo del partito con una verde in faccia causa strizza?
No, non si può e Fiorella mi ha tolto le braci da sotto i piedi.
Vi ho mai scritto di quella sera?
Lei, compostamente seduta al tavolo dei relatori; naturalmente era l’ultima in scaletta, come da copione.
Prima di lei, per Bersani e Franceschini, persone che di presentazioni ne avevano fatte tante.
E si sentiva.
Fiorella, quella sera, aveva provocatoriamente indossato una maglia rosso fuoco e quando prese la parola (anche se non lo ammetterà mai, la conosco da quindici anni), le tremava un po’ la voce e, a ben guardare, anche le mani.
Però, man mano che proseguiva, prendeva vigore e il timore iniziale si scioglieva come neve al sole anche se fuori faceva ancora un caldo porco e le nostre colline erano ancora verdissime e non innevate.
Gli applausi a lei come agli altri, anzi, alle mie orecchie erano arrivati persino più calorosi, visto che per i predecessori io mi ero ben guardata dall’applaudirli.
Mica per niente, ma non erano i miei relatori, quei due, non parlavano del programma del mio uomo, quei due, perché spellarmi le mani, per quei due?
La mattina della ratifica al Palaconad di quanto era uscito dalle circoscrizioni comunali, ho sentito parlare per la prima volta Francesca e Maria Luisa e lì mi sono sentita, confesso, forse per la prima volta, facente parte di un gruppo, come non mi succedeva da… trent’anni o già di lì.
Insomma, quando ero una bambina anche io, come loro e sarà forse la voglia di risentirmi giovane, di fare parte di un qualche cosa che non è solamente un brontolare da dietro uno schermo o con gli amici del gruppo teatro, sarà che sentivo pulsare voglia di cambiamento, che mi sono trovata da Dio in mezzo a quei ragazzi, per la cui età, biologicamente, potrebbero essermi figli.
La settimana della maledetta fiera delle piastrelle mi ha impedito di essere presente all’incontro con Thomas e Pippo Civati che presentava il suo libro e ho un po’ rosicato, nel leggere Beppe che ne scriveva con entusiasmo.
E tra una riunione e l’altra, tra le cinquecento mail quotidiane di Suzzi e quelle di Beppe, quelle di Modena Per Marino, tra la serata che mi fa scoprire una Francesca non solo passionale in politica ma anche nel canto (il duetto con Daniele, nella performance di Caruso, un brivido) siamo arrivati a ieri.
Bellino il mio nome nella scheda azzurra, sotto quello di Juri, mi ha inorgoglita.
Dopo due telefonate a Ivan, ieri pomeriggio, sono anche riuscita a sapere dove mia madre avrebbe potuto esercitare il suo dovere civico di cittadina ancora iscritta alle liste elettorali, visto che quando se n’era parlato, in settimana, la vispa ottantina ha ribadito che lei è una comunista di quelle vecchio stampo e che doveva votare il nuovo segretario, o suo marito, mio padre, si sarebbe ribaltato nella tomba.
Spiegatole che se voleva bene a me, sua figlia, doveva mettere una crocretta sulla lista a destra, assicuratami che avesse preso gli occhiali, l’ho scaricata davanti al Circolo Fossetta, dove lei è, praticamente, di casa visto che ci va ogni giorno a giocare a bestia con il circolo pensionati comunisti e fancazzisti del rione.
Io sono andata ai seggi, non sapendo bene che dovevo fare; a Fiorano Modenese ci si conosce un po’ tutti quanti, soprattutto quelli della fascia d’età over 45 e il pomeriggio, tra una ricevuta e l’altra, è volato, fino alle venti precise quando sono state scaravoltati i cartoni contenti le schede elettorati, azzurre e rosa.
Bersani, Bersani, Bersani, Bersani, Bersani, Bersani, Franceschini, Bersani, Franceschini, Marino e via così, fino a quel 10,75% che, considerando lo zoccolo duro fioranese, non è un successo in senso lato ma lo è ugualmente.
Mentre con i ragazzi del seggio ci si sparava uno spaghetto alle vongole, mi chiedevo “E ora che faccio?”.
Me lo chiedo anche adesso, che farò.
Mille impegni in giro, cento promesse fatte e da mantenere.
Uno più, uno meno, non mi porterà poi via così tempo e mi dispiacerebbe perdere dei compagni di traversata come i tanti che ho conosciuto.
E torniamo a bomba e cioè ai ringraziamenti e concludo con un grazie collettivo a tutti quanti, non voglio fare il nome di nessuno perché rischio di dimenticarne qualcuno.
Il mio grazie a questi marinai che hanno guidato il sottomarino in un mare un po’ in burrasca ma che sono riusciti, con il loro entusiasmo e i loro sogni, a tener dritta la barra e portarci fino a qui.
Un po’ delusi, forse, ma sicuramente volenterosi di riprendere il mare e di navigare.
Perché l’avventura, forse, è solamente incominciata.
Grazie, compagni di traversata.
Daniela

martedì 20 ottobre 2009

Perché è importante andare a votare domenica e preferire la lista Ignazio Marino



Domenica 25 ottobre tutti i cittadini al di sopra dei 16 anni possono contribuire ad eleggere il segretario del Partito Democratico.
E' una grandissima opportunità per tutti noi di poter decidere realmente sulle scelte della politica italiana, uno dei momenti più alti di democrazia.
Riguardo alla scelta del candidato la mia preferenza andrà alla lista che fa riferimento ad Iganzio Marino, perché questo a questo partito ci tengo davvero,vi aderito fin dalla sua nascita, ed ho contribuito alla propria crescita in questi due anni.
Il Partito Democratico è un partito giovane e credo abbia bisogno di una guida forte e consapevole, ma anche moderna e fuori dagli schemi tradizionali della vecchia politica.
Per questo scegliendo Ignazio Marino non si preferisce un ex di qualcosa, ma una persona, un medico che da soli tre anni è rientrato in Italia dagli States (dove ha diretto il centro trapianti più importante del mondo) per portare la propria esperienza in Italia ed al servizio del nostro Paese.
Il PD come lo vogliamo noi deve saper dire dei SI e dei NO chiari, senza posizioni ambigue, che ci hanno portato a questo punto.
Per questo diciamo
NO al nucleare
NO alla lottizzazione nell'informazione
NO ai respingimenti in mare
NO alle amnistie fiscali
NO alla precarietà
Diciamo invece ..
SI ad un'informazione libera dalla politica
SI ad un consorzio europeo sull'energia solare
SI alla cittadinanza per chi nasce in Italia
SI ad un fisco più equo
SI ad un contratto unico, salario minimo orario e reddito di disoccupazione per tutti i lavoratori.
Ho tenuto per ultimo, ma non per importanza un tema che mi sta molto a cuore, ed è tutto quello che ruota attorno ai diritti civili,dignità della persona e laicità dello Stato e del partito.
Diciamo Si al testamento biologico visto che la Costituzione sancisce un diritto: nessuno può essere sottoposto a cure mediche contro la propria volontà. Per estendere questo diritto anche ai malati che hanno perso la capacità di intendere e di volere e di esprimersi, serve la possibilità di lasciare delle indicazioni scritte in precedenza. Il testamento biologico aiuta il medico e i familiari a fare rispettare le volontà della persona e la sua dignità.
Nella nostra provincia rappresento un'associazione che fa riferimento al Partito Democratico, si chiama 3D Democratici per pari Dignità e Diritti, ( di gay, lesbo, bisex e trans) e sento quasi ogni giorno, storie di violenza omofoba, dove vieni massacrato fisicamente e moralmente solo per il tuo orientamento sessuale.
Diciamo un NO deciso all'omofobia, anche se la legge è stata affossata da parte del governo, UDC e Binetti non sono tollerabili fenomeni di violenza e di attacchi personali a omosessuali, come quelli avvenuti anche recentemente.
Diciamo un SI deciso ad una legge sulle unioni civili, che sia tutt'altra cosa, rispetto a quella trattativa al ribasso sui di co, ma veri e propri matrimoni civili, con gli stessi diritti e doveri di quelli tradizionali, anche tra persone dello stesso sesso e di dare anche ai single la possibilità di adottare.
Questi sono solo alcuni motivi per i queli vi chiedo di recarvi al seggio domenica prossima e di preferire le liste che fanno riferimento ad Ignazio Marino!!

Ivan Scanavini
Capolista per l'assemblea regionale nel collegio Modena,Carpi, Campogalliano e Soliera lista Ignazio Marino e Thomas Casadei

lunedì 19 ottobre 2009

PERCHE' SCELGO “VIVI IL PD, CAMBIA L'ITALIA”.



La fase congressuale che stiamo vivendo non era certo iniziata sotto i migliori auspici. I sentimenti più diffusi all'inizio erano delusione e preoccupazione. Delusione per un partito nato con l'ambizione di rappresentare qualcosa di nuovo nella politica italiana, ma che non pareva (non pare) aver saputo andare oltre alla sommatoria, pur importante, della tradizione social-comunista (come si chiamava nel dopoguerra) con quella cattolico-democratica progressista. Una fusione per di più “a freddo”. Preoccupazione per i cali di consenso e per l'incapacità (impossibilità?) di organizzare attorno a sé l'opposizione, dopo l'onorevole sconfitta, ma pur sempre sconfitta, delle politiche 2008.
Nel percorso sin qui compiuto questi elementi non sono certamente venuti meno, ma sono ora accompagnati da aspetti positivi che fanno ben sperare nel futuro. Innanzitutto ci siamo trovati con candidati generosi che si sono impegnati a fondo in un campagna fatta di migliaia di chilometri macinati e di disponibilità all'incontro con i cittadini. Soprattutto, ovunque si siano recati, sono stati accolti da folle numerose di persone appassionate e desiderose di capire, di confrontarsi. Questo dimostra che ci sono milioni di italiani che vogliono essere cittadini e non si accontentano di essere consumatori (in una società che, per poi, più che farsi consumare consuma), che vogliono partecipare e impegnarsi per rendere il nostro Paese più libero e più giusto, e che vedono nel Partito Democratico il luogo politico dove mettere a frutto il loro impegno.
Per non sprecare queste richieste e questi entusiasmi, per ritornare ad essere al centro dell'iniziativa politica e culturale nel nostro paese la parola chiave è una più di altre: laicità. Laicità non intesa come uno dei due poli protagonisti di una guerra apocalittica, come alcuno vuole vederla. Laicità non è sinonimo di “ateismo di stato”, contro “l'oscurantismo clericale”. Laicità è prima di tutto un metodo di confronto e di decisione, che parte dal riconoscimento e dal rispetto delle posizioni diverse dalla propria, e che considera ogni persona come portatrice di una valore aggiunto, con l'unico dovere di metterlo al servizio del benessere collettivo, in quadro di regole condivise.
La mozione Vivi il PD cambia l'Italia per Ignazio Marino ha il pregio di mettere la laicità così intesa al centro della propria proposta, e per questo, pur non condividendone completamente tutte le tesi, ritrovandomi magari su alcuni temi più in sintonia con altre mozioni, ho deciso di sostenerla al Congresso e alle primarie.
Laicità, dunque. Laicità in tema di diritti civili, che non è materia da radical chic, da orchestra che suona mentre la nave affonda, ma ha a che fare con il fondamento stesso della convivenza civile. Il Partito Democratico deve avere una posizione chiara su temi quali unioni civili, testamento biologico, fecondazione assistita, lotta all'omofobia. Posizione che sia anche frutto di un compromesso avanzato, ma che non prescinda dal rispetto dell'autodeterminazione degli individui e da un'idea di società di eguali, senza detentori di verità ed aberranti più o meno tollerati.
Ma laicità anche nei rapporti economico sociali. Viviamo in un Paese dove sembra impossibile fare alcunché! Non appena si tenta di affrontare nodi grandi e piccoli di una società e di un'economia strutturalmente stagnante, si mette in moto una catena di reazioni tra interessi consolidati e rendite di posizione tale da rimbalzare sempre al punto di partenza. Ciò è nei grandi monopoli e oligopoli (a cominciare dall'assetto dei media, nodo da affrontare con “priorità uno”), nel sistema bloccato e viziato delle multiutilities, nelle professioni, nella sanità, nell'università. Ciò è inaccettabile. Il Partito Democratico deve rendersi protagonista di una grande battaglia volta a scardinare una questo stato di cose, a introdurre una ventata di libertà in economia (che è il contrario di liberismo mercatista) che cancelli rendite di posizione e dinastiche, quasi sacrali, distinzioni tra Privilegiati ed Esclusi.
Laicità infine anche nell'idea e nel modello di partito che vogliamo costruire. Il Partito Democratico deve essere un luogo di discussione e confronto permanente, che non si chiude in sé stesso, ma che è aperto a tutte le istanze che provengono dalla società che gli sono vicine ma non organiche, che sceglie i propri dirigenti e i propri candidati con la partecipazione e non con la cooptazione (quanti traumi, ma soprattutto quante occasioni di crescere e radicarsi con le primarie), che sa fare sintesi, ma alla fine sa anche decidere, sempre attraverso la partecipazione, senza per questo essere meno unito e compatto. A volte in questi mesi il nostro partito è sembrato vittima di divisioni settarie e anche un po' preconcette, che affondano la loro origine nella notte dei tempi politici, mentre noi vogliamo proiettarci nel futuro; il rischio concreto è quello di un mix esiziale tra correntismo democristiano e dicotomia “ortodossia / eresia” che in certe circostanze ha segnato la storia del P.C.I.
Per quanto le sfide siano ambiziose, il momento non propizio, il vento in direzione contraria possiamo affrontare il futuro con ottimismo. Questo congresso, così lungo e complicato, ci conferma nella convinzione di avere un partito, di essere un partito, forte e radicato, sostenuto da milioni di persone che credono che l'avvenire è nelle nostre mani e sta a noi costruirlo su basi di pace, solidarietà, libertà, uguaglianza e partecipazione.

Massimiliano Meschiari
avvocato e vice-sindaco di Castelnuovo R.

mercoledì 14 ottobre 2009

Le mie impressioni dalla Convenzione nazionale

di Maria Luisa Cammarata


Sveglia all'alba, ore 4 alle cinque parte il pulman per Roma dove ascolterò tutti insieme i tre candidati raccontare le mozioni. Ho questo onore ma anche l'onere, anche se così presto al mattino penso solo all'onere e a chi me lo ha fatto fare! A tre mesi dalla mia prima iscrizione al partito, mi trovo completamente coinvolta negli eventi, ogni giorno parlo con qualcuno della Mozione, costringo amici e conoscenti a farsi coinvolgere dal mio entusiasmo, cerco di superare due diffidenze: una per la politica in generale, la seconda per un candidato che non ha esperienza.
Eppure, più passa il tempo più mi sento galvanizzata, credo che ora più che mai occorra dare un contributo e se il mio deve essere passare una domenica in un albergo alienato di Roma, beh... eccomi qua!

In pulman sono l'unica che sostiene la mozione Marino, purtroppo Ivan è ancora in convalescenza. Mi pare di essere anche l'unica sotto i 40 anni, l'unica ad avere la tessera da poco tempo, l'unica che non ha mai partecipato ad un evento di questo tipo e l'unica che ha una gran voglia di parlare di persona con il "suo" candidato.
Cosa che puntualmente faccio appena scesa dal pulman: individuo Ignazio Marino, lo seguo, mi pare teso ma non voglio perdere questa occasione, così lo punto e gli vado incontro per dirgli: " se io oggi sono qui è merito suo, se sono qui è perchè credo in lei. Deve avere forza e tanto coraggio, ma non si senta solo perchè come me ce ne sono tanti". Lui mi sorride, un pò emozionato mi stringe forte le braccia e dice grazie.
Ecco, se cercavo un senso alla giornata a quel punto l'avevo trovato, mi è bastato vedere la sua sincerità per capire che ABBIAMO SCELTO IL MIGLIOR CANDIDATO. Ignazio Marino merita la mia fiducia.

Poi hanno cominciato a parlare, i giornali riportano alla lettera quello che abbiamo visto e sentito ieri: un Bersani molto pragmatico, lucido ma costruito, dove sta la passione? un Franceschini in piena ispirazione da comizio, che per un istante mi fa dire che è bravo, ma l'istante dopo mi ricorda tutte le contraddizioni (proprio lui parla del grave errore sullo scudo fiscale e forse si dimentica che è lui il segretario del partito!!) mi sveglio dall'incantesimo. e infine Marino, che spezza ogni regola: senza giacca e cravatta, parte emozionato, ma dopo 10 minuti si prende tutto lo spazio e comincia con il programma, senza slogan, con le cose concrete, con le idee, con la missione del partito. Neanche una sbavatura, forse troppe citazioni, ma tutto come mi aspetto che sia: coerente e puntuale.
Peccato che diverse persone abbiano preferito alzarsi e andare a mangiare ancora prima che lui cominciasse. E questo mi ha fatto sentire ancora una volta un moto di orgoglio: CHE MI SENTO DIVERSA! Ma dove sta il rispetto? Cosa mai avranno queste persone da condividere con me se non conoscono il senso della parola rispetto, dell'ascolto? Anche a me è capitata la stessa cosa nel mio circolo, appena finita la presentazione della mozione Bersani alcune persone sono andate via. Il PD, il PD che non vogliamo più, è fatto anche di persone che non ascoltano, non conoscono il senso della parola democrazia, non partecipano. si aspettano che altri decidano per loro.
Beh, io penso che Marino abbia voglia di costruire un partito in cui invece si milita, si ha un senso civico profondo dell'ascolto.
A proposito di senso civico, Marino ha detto a chiare lettere che non è pensabile candidare le stesse persone in Campania. l'unico!
Appena termina la sua presentazione mi sento felice.
E quando in pulman in viaggio di ritorno partono i commenti ascolto con attenzione: c'è una profonda spaccatura tra i sostenitori di Bersani e Franceschini, pare che non facciano parte della stessa organizzazione. Discutono, si aprono al confronto e questo è bello. Ma non discutono di idee, parlano di simpatie e antipatie e del passato. Fanno riferimento a correnti e correntoni, a quello che è successo due anni fa o anche dieci anni fa. Pare che non ci sia rimedio, stiamo commettendo sempre gli stessi errori...
Rimango in silenzio, che ho tanto da imparare, per esempio, non avevo notato che la mozione di Bersani è tanto cambiata da quando ci ha messo le mani Rosy Bindi, eppure adesso mi pare evidente.
Ma mentre ascolto elaboro e penso che queste persone sono davvero belle persone perchè vivono il partito, ma ancora non hanno capito come cambiarlo davvero. Manca il coraggio di dire che è ora di dare spazio al nuovo, non al giovane ma al rinnovamento. Non si rendono conto che gli errori sono stati commessi dalle stesse persone che sostengono.
E' così semplice dal mio punto di vista: dobbiamo costruire un partito rinnovato, che sia compatto dalla base fino alla dirigenza, in cui tutti si sentono coinvolti fino in fondo. Le eventuali carenze politiche dei dirigenti saranno compensate dalla coerenza, dalla forza, dalla stabilità della base. Tutti uniti.

Poi torno a casa, comincio a chiamare tutti per raccontare quello che mi è successo durante la giornata.
Sono convinta che nei prossimi 15 giorni abbiamo tanto lavoro da fare, non c'è tempo da perdere.
Non perdiamo tempo a commentare quello che si stanno dicendo in questo momento D'alema e Franceschini, guardiamo oltre, il pd ha bisogno di parlare di contenuti.

domenica 4 ottobre 2009

L'intervento di Juri Fontana alla Convenzione provinciale


A mio avviso quello che sta succedendo da qualche tempo a questa parte, dovrebbe farci riflettere sul significato della parola “politica”.
Tutti noi oggi avvertiamo sempre più lo scarto tra ciò che il termine “politica” realmente evoca e tra ciò che vorremmo significasse. Nelle nostre aspettative migliori, la Politica, quella con la “P” maiuscola, è quella che sente su di sé la responsabilità di cambiare le cose ed è il legame morale che ogni cittadino dovrebbe sentire verso la cosa di tutti.
Altro è invece, la politica con la “p” minuscola, quella mediocre, fatta di pretesti per non mantenere le promesse e di una persistente voglia di conservare.

In una delle sue ultime interviste, Enzo Biagi ha detto: “Il pensiero di un politico rischia di avere un’attenzione maggiore rispetto a quello che accade nella società. Così facendo, il pubblico conosce le sue tristi parole e non ciò che sta accadendo al paese”.
La colpa più grave di questa pessima politica, è proprio il fatto di distogliere l’attenzione dai problemi, veri e gravi, che tormentano il nostro paese.

Ho creduto sin da subito nel progetto di Ignazio Marino e Thomas Casadei, perché nelle loro mozioni spiegano che la politica deve essere al servizio della vita di tutti e, soprattutto, di chi ha meno, di chi non ce la fa, di chi deve lottare ogni giorno per conquistare quella vita “libera e dignitosa” che la nostra Costituzione ha garantito a tutti.

Ma anziché parlare di questo, il nostro partito, anche nel corso di questo congresso, ha speso tempo ed energie con gli attacchi fra i candidati. Il risultato è che oggi sappiamo benissimo come la pensano, Bersani e Franceschini, o Stefano e Mariangela: sulla forma del partito, sulle primarie, sulla convenienza o meno del doppio incarico, ma non abbiamo per nulla chiaro come vanno affrontati i problemi del paese, quali sono le priorità e le soluzioni, quali gli errori e le cose da fare.
Non dobbiamo stupirci, quindi, se in pochi mesi abbiamo perso milioni di voti.

Abbiamo impiegato anni per approdare al progetto del Partito Democratico, ma finora non abbiamo dato seguito ai nostri propositi migliori.
Sulla crisi economica, ad esempio, siamo stati in silenzio troppo a lungo, e abbiamo aspettato che scoppiassero gli animi, prima di riuscire finalmente a dichiarare che noi siamo dalla parte dei lavoratori.
E ancora: abbiamo tollerato i provvedimenti di Brunetta contro i presunti fannulloni, incapaci di affermare un NO secco in difesa dei lavoratori pubblici per paura di non essere capiti dalla gente. E nemmeno quando tutto è stato cancellato dalla Corte Costituzionale, nemmeno allora siamo stati in grado di smentire pubblicamente l'operato del ministro e di sottolinearne il fallimento!
Che senso ha, poi, aspettare di essere all'opposizione per presentare una legge che regolamenti il conflitto d’interessi? E che dire di Enrico Letta che ha votato contro l'indicazione del partito e ha sostenuto il disegno di legge di Berlusconi sul testamento biologico?

Al PD oggi manca il coraggio e l’orgoglio delle proprie idee. C'è paura di perdere consensi ora, focalizzandosi troppo sulla congiuntura attuale.
Da quando questo partito è nato due anni fa, non ho mai avuto la possibilità di apprezzare una posizione chiara che venisse portata avanti da tutti per più di qualche giorno.
Ma le idee per le quali vale davvero la pena lottare, sono quelle che ti fanno sentire dentro che si sta facendo politica soprattutto per chi verrà.
Questo amore per la realtà e questa nostalgia del futuro, ci fanno immaginare un partito che vive per il confronto con le persone.
Vogliamo un partito che non chiuda le porte alle primarie per rintanarsi nelle sue conte di tessere e crediamo in un partito che sente il bisogno di far partecipare le persone, a cominciare dalle primarie del 25 ottobre.
Vogliamo un partito libero dalle correnti, che riconosca l’importanza dei circoli, e che decida con chi allearsi sulle base di impegni programmatici trasparenti. Se ci alleiamo prima ancora di sapere chi siamo, chi siamo non lo sapremo mai!

Il giorno dopo le primarie, chi ha partecipato a questo congresso sostenendo la mozione Marino/Casadei, tornerà nella terze file nelle quali abitualmente sta.
Però dal 26 ottobre, come militante e come giovane, voglio che il PD individui 4/5 temi sui quali sfidare il governo, mobilitando il paese e parlando alle persone, che ora guardano a noi con timida speranza.
Perchè come scrive Ignazio Marino nella sua mozione: “E' arrivato il momento in cui il coraggio deve prevalere sulla timidezza. E' arrivato il momento di rischiare con entusiasmo, di investire sul futuro, per Vivere il PD e Cambiare l'Italia.”

Vento in poppa, marinai


di Daniela Micheli

Convenzione provinciale, ore 9:30, il mio bel tesserino giallo con stampato delegato in mano.
Modena, Palaconad presso gli stand della Festa appena conclusa.
Tanta gente: alcuni volti già visti nei mesi estivi appena trascorsi ma i più sono visi nuovi, una buona parte di essi indecifrabili se non per ciò che indossano e me li fa immediatamente collocare.
Stupore di tanta partecipazione a una cosa che voleva solamente essere la ratificazione di quanto già emerso dalle assemblee di circolo.
Vengono fatte alcune riflessioni circa le tre mozioni e i tre candidati, come sempre nell’ordine Bersani, Franceschini e Marino.
Non ci si sofferma (per fortuna, dico) sui punti presentati da ogni candidato alla segreteria, ma ogni relatore fa una panoramica generale, riflessioni tutte condivisibili al di là della lista rappresentata.
Non ricordo se il nome della ragazza è Francesca, l’ultima che sale sul palco, la “voce” di Marino, ma il modo con il quale si presenta, senza il politichese aggiunto nelle parole nonché il suo atteggiamento di donna che incontri al supermercato, in banca, ad accompagnare il bambino all’asilo, me la rende subito simpatica e non perché parla della mozione di colui che mi ha spinto il 6 luglio scorso a fare, per la prima volta in vita mia, la tessera di un partito.
Nemmeno ai tempi di forte empatia e condivisione con il Partito Radicale lo avevo fatto, ma è stato l’uomo al di là di un partito che mi rappresenta nel cuore e nello spirito, nell’ideale ma non nei fatti, che mi ha motivata.
Ed ascoltando quella ragazza che dichiarava candidamente di non aver mai fatto politica fino ad allora, che è una donna che lavora ma che ha deciso di scendere in campo perché vuole un partito nuovo che la rappresenti per davvero e non per proforma, parlando alla platea come sono certa è solita mangiare, senza troppi sofismi o ricercatezze, sono stata contenta di aver preso quella tessera.
E’ stata l’unica, dei tre, che ha strappato applausi a scena aperta, restando semplicemente se stessa e non parlando di apparato, di revisione, di globalizzazioni, di statistiche, non ha infarcito il suo discorso con nessun parolone difficile, è arrivata dritta anche ai tanti volontari citati che hanno prestato la loro opera alla Festa appena conclusa che ben poco hanno a che spartire con le giacche e le cravatte che siedono imperterrite nelle loro sedie in prima fila.
Ero serena nell’ascoltarla e nel riconoscere nelle sue parole e nel suo atteggiamento ciò che più mi assomiglia.
Finiti gli interventi è iniziato il dibattito. Anche qui hanno parlato in parecchi, tempo concesso cinque minuti ciascun oratore, ed anche qui le differenze sono state palesi tra la vecchia guardia e le nuove leve.
Mi ricordo solamente il nome di Juri, perché abbiamo scambiato qualche parola, ma ad una ragazza, una volta concluse le votazioni palesi, sono andata a stringere la mano: è stata la prima che ha “osato” ricordare ciò che è avvenuto questa settimana in parlamento a proposito della legge sullo scudo fiscale, vergognandosi lei per prima delle assenze per le quali oggi, quando è troppo tardi, si parla di sanzioni.
E anche qui gli applausi a scena aperta.
Sono rientrata e ho voluto scrivere queste due righe a caldo perché sono contenta della scelta fatta, voglio sperarci e vorrei davvero che il 25 ottobre il politik-buero del PD provasse a farsi un esamino di coscienza piccolo piccolo piccolo, a dirsi che forse le poltrone andrebbero lasciate veramente a volti nuovi, strafottendosene altamente se non hanno l’esperienza per guidare un partito.
Una cosa certamente ce l’hanno ed è il cuore che ci mettono.
E che io ho percepito tutto.
Avanti tutta, marinai.
La Merkel appena eletta un giorno disse che non importa essere un falegname per costruire la barca, ma è importante infondere in chi sta intorno la voglia di mare e di avventura e la barca arriverà da sola.
Ignazio e questi ragazzi mi hanno dato una grandissima voglia di mare e di navigare, anche se ogni tanto mi devo sporgere dalla prua per rigettare in mare le schifezze di altri falegnami.
Quindi vento in poppa, spiegare le vele e puntare diritti alla meta del 25 ottobre.

sabato 3 ottobre 2009

Nasce il comitato intercomunale di San Possidonio-Concordia


Nasce il comitato intercomunale di San Possidonio-Concordia



La differenza è nel metodo: ecco perché scegliamo di sostenere la mozione Marino.

Il PD che vorremmo è un PD che ascolta le persone, che coinvolge, che promuove una cultura di integrazione e di merito, dove ogni partecipante ha peso.

Un partito libero dalle logiche clientelari del secolo passato, dove chi ha ruoli di responsabilità viene scelto, attraverso le regole democratiche, in base alle proprie competenze specifiche e personali.

Un partito dove la legalità e il rispetto delle regole statutarie sono pilastri reali e non più bandiere senza forza.

Un partito dove uomini e donne collaborano per costruire un paese più umano, più libero, più giusto.



Riteniamo che solo attraverso il metodo della mozione Marino si possa costruire il PD di cui l'Italia ha bisogno, che apra le porte a tutti quelli che vogliono mettersi al servizio del Paese.

È un metodo che noi, a San Possidonio e Concordia, abbiamo iniziato ad utilizzare ancora prima della "discesa in campo" di Ignazio Marino sia per organizzare semplici attività culturali sia per costruire il programma della lista civica che ha poi vinto le elezioni amministrative a San Possidonio.

Per diversi di noi, quindi, è stato naturale appoggiare fin dall'inizio la mozione Marino e la sua candidatura alla segreteria nazionale e quella di Thomas Casadei per la segreteria regionale.



Scegliere Ignazio Marino significa dare la possibilità al PD di diventare veramente la forza politica trainante dell'Italia che verrà.



Il Comitato intercomunale di San Possidonio e Concordia è sostenuto da:

Stefano Zona, capogruppo PD nel Consiglio Comunale di San Possidonio

Eleonora Zucchi, vicesindaco di San Possidonio

Franco Famulari, membro del direttivo del circolo PD di San Possidonio

Federica Steffanini, consigliere comunale di San Possidonio

Domiziano Battaglia

Emiliana Corradi

Remo Zona, vicesindaco di San Possidonio nella legislatura dal '94 al '99 e membro del direttivo del circolo PD di San Possidonio

Annalisa Pagliani

Christian Martinelli

Giulia Guidetti

Carlo Baratti



Contatti : modenapermarino@pdmodena.it



http://modenapermarino.blogspot.com

Nasce a Modena il Comitato “ Sant'Agnese per Ignazio Marino ”


Nasce a Modena il Comitato “ Sant'Agnese per Ignazio Marino ”

Costruiamo un partito democratico, laico, riformista, maggioritario, di sinistra, capace di interpretare e dare voce unica alla società, partendo dal territorio e dai circoli e valorizzando l'entusiasmo del popolo delle primarie.



Vivi il PD, Cambia l'Italia!!



Il comitato Promotore;



Marina Ripanti

Fiorella Ballestrazzi

Elena Borsari

Massimo Borsari

Giovanni Boschesi

Roberto Vaccari

Ermanno Longagnani.




Contatti : modenapermarino@pdmodena.it

http://modenapermarino.blogspot.com

venerdì 2 ottobre 2009

Nasce a Modena il Comitato “Buon Pastore per Ignazio Marino”


Perché Ignazio Marino? Il paese è in una situazione difficile. La grave situazione economica non viene affrontata con la necessaria determinazione, le libertà democratiche sono ogni giorno sotto attacco, il degrado morale e il malaffare si stanno velocemente estendendo ad ampi settore della società e delle istituzioni. A tutto questo il PD non sembra dare risposte concrete, non fornisce soluzioni e non da rappresentanza ai giovani cittadini in cerca di valori e sfide professionali in cui misurarsi in base alle proprie competenze e agli anziani che ci ricordano ogni giorni i principi costituzionali.



Il nostro partito ha perso due anni in inutili litigi sotterranei senza mai affrontare apertamente le questioni di divisione. Non si è riusciti a portare nella concretezza della vita reale lo spirito del Lingotto. Ora è giunto il momento della chiarezza. Questo partito ha bisogno di darsi una identità forte, non solo fondata su importanti ideali, ma costruita su progetti concreti. Serve un partito riformista al 100%. Non si può più aspettare, il tempo è adesso.



Per realizzare tutto questo la risposta migliore è Ignazio Marino. Marino è stato l’unico ad aver indicato con chiarezza nel merito e nel metodo la linea che PD deve perseguire. Un partito laico, che si batte per i diritti civili per tutti. Un partito aperto, che si batte per una società meritocratica e solidale. Un partito solido, che si batte per fare della cultura e della ricerca il vero valore aggiunto dell’Italia. Un partito forte, che affronta a viso aperto il confronto con l'opposizione, senza nascondersi dietro i propri problemi.



Siamo con Marino perché ha il coraggio di dire dei Sì e dei No. Siamo con Marino perché non ha paura delle proprie idee e le esprime chiaramente, cercando invano il confronto con gli altri candidati. Siamo con Marino perché solo chi ha lo sguardo rivolto al futuro può trovare nel presente il sostegno necessario per rinnovare e modernizzare la società italiana.



Il comitato Promotore



Maria Luisa Cammarata

Donato De Girolamo

Paolo Lauriola

Gino Scarduelli

Giuseppe Fiorani

Francesco Bonacini



Contatti : modenapermarino@pdmodena.it

http://modenapermarino.blogspot.com

Si è costituito a Modena il comitato del circolo Madonnina per il sostegno ad Ignazio Marino segretario del Partito Democratico.


La scelta di appoggiare con convinzione la mozione di Ignazio Marino nasce dalla voglia di dare finalmente compimento al progetto del Partito Democratico. Il PD, nato due anni fa con grande entusiasmo si è arenato di fronte alla malattie delle correnti, e ad una incapacità di scegliere che spesso ha sfiorato la paralisi. Vogliamo riportare nel PD la voce e l’entusiasmo dei militanti, la voglia di costruire dal basso una alternativa vera e forte alla destra che sta distruggendo politicamente e moralmente il nostro paese.

Con Marino il PD dice finalmente dei sì e dei no chiari su cosa vuole essere, su ciò che vuole per il futuro del nostro paese. Con Marino scegliamo un paese coraggioso, che mette al centro la persona, che afferma il merito come strumento di promozione e crescita, che combatte il precariato, che garantisce la sicurezza, che promuove le energie rinnovabili, che pone la scuola e l’università al centro della società, che difende la laicità e promuove i diritti civili.

Con Marino scegliamo di vivere davvero il PD, scegliamo di cambiare l’Italia.



Il comitato promotore

Francesca Bergamini

Mauro Bini

Andrea Colombini

Sergio Colombini

Ivonne Gasparini

Marcello Pinti



Contatti ; modenapermarino@pdmodena.it

http://modenapermarino.blogspot.com

giovedì 1 ottobre 2009

Nasce a Modena il “Comitato San Faustino – Villaggio Giardino per Ignazio Marino”


Abbiamo deciso di appoggiare la mozione di Ignazio Marino perché due anni fa il PD è

nato per guardare al futuro, per riportare giustizia e trasparenza, affermare il merito,

per mettere al centro le persone, dare loro coraggio e sicurezza. Perché prima che un

progetto politico serve in Italia un forte progetto culturale che sappia riformare la

coscienza intima di questo paese.



Davanti allo sfacelo politico, morale, culturale di questa destra, il PD deve parlare dei

problemi veri del paese, ammettere i propri errori e da questi partire per fare di più

con coraggio, innovazione e discontinuità rispetto al passato. La mozione di Ignazio

Marino è l’unica in grado di conferire un’identità precisa al partito e calarlo nella

realtà, dare vita ad un partito democratico, laico, meritocratico, federale,

ambientalista. Dell’innovazione e della modernità. Dell’alleanza tra generazioni. Della

libertà e della solidarietà. Senza tanti se e tanti ma, ma con tanti si e tanti no.



Scegliere Marino vuol dire guardare l'oggi ed il domani con gli occhi pieni di speranza,

cercando le soluzioni per l'oggi, ma non rinunciando mai a cercare di contribuire alla

costruzione di un mondo eticamente più corretto per le generazioni future e per il

futuro dell’Italia.



Il Comitato promotore:



Baldini Massimo

Ferrari Paola

Fino Gian Franco

Fossati Edgarda

Gallo Enrico

Marasini Giliana

Morandi Vasco

Parenti Massimo

Zanazzo Paolo

Contatti ; modenapermarino@pdmodena.it

http://modenapermarino.blogspot.com

Nasce anche a Modena il Comitato “Giovani per Ignazio Marino”



Continuano ad aumentare le adesioni al neo-costituito Comitato “Giovani per Ignazio Marino” di Modena.

Ne è la portavoce Giulia Morini, 21 anni, di Modena laureanda in Scienze dei Servizi Sociali.

Giulia, che è anche la più giovane consigliera comunale di Modena e segretaria del circolo PD di Albareto (MO), motiva così la scelta di costituire il comitato di giovani a sostegno della candidatura di Marino a segretario nazionale del Partito Democratico:



“Abbiamo deciso di appoggiare la mozione di Ignazio Marino perché la classe dirigente del Partito Democratico, in un momento di sofferenza per tanti come questo, deve recuperare il significato vero e profondo della responsabilità collettiva. Davanti allo sfacelo politico, morale, culturale di questa destra, il PD deve parlare dei problemi veri del paese, ammettere i propri errori e da questi partire per fare di più con coraggio, innovazione e discontinuità rispetto al passato. La mozione di Ignazio Marino è l’unica in grado di conferire un’identità precisa al partito e calarlo nella realtà.”



Tra le molte adesioni di giovani democratici anche quelle di: Juri Fontana, di Maranello, membro dell’assemblea regionale costituente del PD; Stefano Zona, di San Possidonio, medico e capogruppo PD in consiglio comunale; Daniele Silvestri, di Formigine, consigliere comunale; Francesco Lodi, di Carpi, progettista software per il biomedicale; Francesco Bonacini, di Modena, ricercatore chimico; e Giuseppe Varini, di Castelnuovo Rangone, imprenditore agricolo.



Contatti ; modenapermarino@pdmodena.it

http://modenapermarino.blogspot.com

martedì 15 settembre 2009

La recensione del Cardinal Martini al libro di Ignazio Marino


[...] Emerge cosi chiaramente che quell'espressione «nelle tue mani» non si riferisce soltanto ad altri, ma tocca anche in prima persona ciascuno di noi, che sente di essere «nelle proprie mani».
Così vengono a collegarsi i due elementi, cioè la forza della medicina e il sapiente e prudente giudizio della persona. I progressi dell'arte medica potrebbero portare avanti per molto tempo, usufruendo di macchine spesso complicate, anche una esistenza senza, più coscienza ne contatti con il mondo circostante, ridotta a pura vita vegetativa. Qui interviene il giudizio prudenziale non solo del medico, ma anzitutto della persona interessata o di chi ne ha la responsabilità, per distinguere tra mezzi ordinari e mezzi straordinari e decidere di quali mezzi straordinari vuole ancora servirsi.
Il libro esamina tanta di questa casistica e lo fa non tanto con assiomi generali, ma con la memoria di fatti avvenuti, di cui l'autore è stato testimone in prima persona. Una tale situazione in cui la vita fisica si trova in pericolo è anche l'occasione per descrivere da vicino i problemi e i dilemmi che si pongono al malato come al medico e a tutti coloro che hanno a cuore il malato stesso. Le enormi possibilità della scienza medica pongono non di rado di fronte a situazioni in cui è molto difficile stabilire che cosa sia un «rimedio ordinario», cioè quegli strumenti che ciascuno è tenuto, non per obbligo legale, ma per dovere e impulso inferiore, a utilizzare, e che cosa siano invece quei «mezzi straordinari» che il malato o chi lo rappresenta, può decidere per ragionevoli motivi, di utilizzare o di respingere. Nasce qui quella domanda che vediamo emergere sempre più distintamente nel dibattito pubblico: fino a che punto può e deve spingersi la medicina? Certamente, come afferma l'autore «è dovere del medico non accanirsi, sapersi fermare quando non c'è più nulla da fare anche se questo provoca frustrazioni e sconforto». Ma quando si verificano questi casi, che vorremmo ancora chiamare «estremi», in particolare quando «c'è uno stato che non solo impedisce di esprimersi e di relazionarsi col mondo esterno, ma blocca la coscienza e riduce la persona a un puro vegetare e tale stato si rivela, dopo un attento e prolungato esame, come irreversibile?» [...]

Carlo Maria Martini

Qui la recensione completa del Cardinal Martini

“Scelgo Marino perché…”



Aumentano le adesioni al Comitato Modena per Marino, oggi quella di Giulia Morini


Mentre la fase congressuale entra nel vivo, continuano ad aumentare, soprattutto tra i giovani, le adesioni al Comitato Modena per Marino.
Tra le nuove adesioni anche quella di Giulia Morini, 21 anni, di Modena laureanda in Scienze dei Servizi Sociali.
Giulia, che è anche la più giovane consigliera comunale di Modena e segretaria del circolo PD di Albareto (MO), motiva così la sua scelta:

“Ho deciso di appoggiare la mozione di Ignazio Marino perché la classe dirigente del Partito Democratico, in un momento di sofferenza per tanti come questo, deve recuperare il significato vero e profondo della responsabilità collettiva. Davanti allo sfacelo politico, morale, culturale di questa destra, il PD deve parlare dei problemi veri del paese, ammettere i propri errori e da questi partire per fare di più con coraggio, innovazione e discontinuità rispetto al passato. La mozione di Ignazio Marino è l’unica in grado di conferire un’identità precisa al partito e calarlo nella realtà.”

lunedì 14 settembre 2009

Un partito a respiro maggioritario significa autonomia e saper aggregare


[...] Il Pd o è partito autonomo, forte e aggregatore, o non è. E se pensiamo che per vincere dobbiamo decidere delle alleanze prima di sapere chi siamo, chi siamo non lo sapremo mai. Ecco perché ho detto che mi sembra difficile, oggi, un’alleanza strategica con l’Udc, da cui ci dividono valori identitari (altra cosa la possibilità di progetti locali, sulla base di programmi amministrativi comuni e dell’autonomia di ogni territorio).

Il Pd (che ho in mente) è una forza che non teme di compiere scelte chiare sui temi che oggi dividono, di dire che stiamo dalla parte dei diritti delle persone, che difendiamo un’idea di laicità come metodo di discussione e decisione, senza sentirsi depositari della verità, ma con il dubbio che permette di ascoltare l’altro e di rispettare le decisioni prese a maggioranza.

I diritti civili, la vasta sfera di questioni che toccano la vita, la salute, le libertà delle persone e l’equilibrio con l’ambiente non sono temi marginali, ma indicano, appunto, la nostra identità di forza progressista. [...]

Qui potete trovare l'intervento completo di Ignazio Marino

Lettera di Ignazio Marino agli iscritti



Cara iscritta, caro iscritto,

sono Ignazio Marino, il terzo uomo: il candidato fuori dagli schemi, fuori dagli apparati, fuori dallecorrenti e dalle appartenenze passate.

Due anni fa abbiamo dato vita al PD per guardare al futuro, per riportare giustizia, affermare il merito,per mettere al centro le persone, dare loro coraggio. Ma non ci siamo riusciti, non abbiamo ancora identità, idee e proposte chiare. Perdiamo consensi anziché guadagnarne.
Ecco perché ho deciso di candidarmi: voglio un PD capace di sostenere idee chiare e forti, efficaci nel rispondere alle paure delle persone e nel dare loro nuove speranze.

Non mi riconosco in questo PD che parla con tante voci quante sono le correnti. Chi mi sostiene parla con una voce sola, dice si e no netti: si al contratto unico, al salario minimo garantito, al reddito di solidarietà; no al nucleare; no ai respingimenti e si a regole chiare per l’immigrazione; si alle unioni civili, si al testamento biologico. E, ancora, si al diritto di cittadinanza per chi nasce in Italia, si all’energia rinnovabile, si alle pari opportunità e al merito, si al rapporto diretto tra elettori ed eletti con primarie e collegi uninominali.

È con questo spirito che affronto il congresso, senza paura, senza rendite di posizione, consapevole che serve un salto in avanti e che dal confronto democratico uscirà un PD più forte e unito.
Ho stima di Dario Franceschini e Pierluigi Bersani, hanno un’esperienza politica molto più lunga della mia, rappresentano elementi importanti della nostra storia, hanno avuto responsabilità politiche e di governo già nel secolo scorso.

Ma alla mia proposta di un confronto pubblico per permettere agli iscritti di valutare cosa abbiamo da dire e scegliere quali idee preferiscono, Franceschini e Bersani hanno detto no: propongono di confrontarsi solo dopo l’11 ottobre, invocando il rispetto per gli iscritti. Ma proprio non capisco: è più rispettoso degli iscritti fare un confronto prima che si chiudano i congressi dei circoli o quando tutto è finito?

Il partito che ho in mente è laico, federale, decentra le risorse sul territorio, considera iscritti e circoli i veri “capi” dell’unica corrente che vorrei: la corrente dei circoli.

Vi invito a leggere le nostre proposte, a partecipare tutti ai congressi di circolo, a scegliere su idee e valori che preferite.

Bersani e Franceschini hanno dalla loro strutture e apparati invidiabili, e tuttavia penso che il significato della mia candidatura sia più forte e capace di parlare al cuore e al cervello di quei tanti italiani che non fanno ancora parte del nostro PD.
È arrivato il momento in cui il coraggio deve prevalere sulla timidezza, è arrivato il momento di rischiare con entusiasmo, di investire sul futuro, per vivere il PD e cambiare l’Italia.

giovedì 10 settembre 2009

No alle primarie all'italiana, si al confronto pubblico!



No alle primarie all'italiana! Il bel video della campagna di Ignazio Marino per chiedere il confronto pubblico con gli altri candidati, breve e ironico. Da vedere.

domenica 6 settembre 2009

L'intervista di Thomas Casadei a Freelab


Ecco l'ottima intervista di Thomas Casadei a Freelab, il portale di informazione di Pavullo nel Frignano. Sito interessante e da tenere d'occhio.