giovedì 6 agosto 2009

LA MOZIONE IN ESTREMA SINTESI


Ecco la mozione Marino nell'ottima sintesi di Jacopo Lanzoni ed Elena Bacchilega con un profilo di Thomas Casadei.


VIVI IL PD, CAMBIA L’ITALIA IGNAZIO MARINO SEGRETARIO
Centra
Sostengono la mozione: Claudio Burlando, Rosa Villecco Calipari, Felice Casson, Pippo Civati, Paola Concia, Paolo Flores d’Arcais, Sandro Gozi, Maurizio Maggiani, Michele Meta, Piergiorgio Odifreddi, Lidia Ravera, Ivan Scalfarotto, Marta Vincenzi

APERTURA, CORAGGIO, MERITO, PROTEZIONE, LIBERTÀ PER LA NOSTRA REGIONE, PER IL NOSTRO PAESE.

APERTURA: progettare un Paese più moderno, più trasparente e più equo.
CORAGGIO: non avere paura del mondo che cambia, ma governare il cambiamento.
MERITO: valorizzare i talenti e le capacità individuali.
PROTEZIONE: costruire uno stato che si prende cura dei propri cittadini.
LIBERTÀ: garantire i diritti civili e le libertà di informazione e comunicazione.


Ecco le priorità di Ignazio Marino:
- Politica ed economia contro la crisi: come ripensare il nostro modello economico-sociale? Correggiamo gli squilibri economici; spezziamo i legami tra credito e politica; mettiamo al centro le persone; affermiamo il ruolo dell’industria italiana nel mondo; investiamo nella ricerca, nella tecnologia e nelle energie rinnovabili.
- Un patto tra generazioni per un partito del lavoro: qual è il futuro che vogliamo? Dignità e valore al lavoro, parità tra uomini e donne, valorizzazione di meriti e talenti. Per i giovani, vogliamo garantire più flessibilità e meno precarietà, istituire un contratto individuale di lavoro unico, a tempo indeterminato, con salario minimo garantito. Per le imprese, abbassare i costi contrattuali. Per i lavoratori, affermare il principio della flexsecurity e innalzare l’età pensionabile, aiutando le donne a conciliare il lavoro e la famiglia.
- Rigore ed equilibrio, il nostro fisco: quali sono i principi di uno Stato etico? Combattere l’evasione fiscale, revisionare la tassazione delle rendite finanziarie, aiutare il mondo dell’impresa e delle professioni colpito dalla crisi.
- Per un’Europa forte: come portare l’Europa in Italia? Lavorare per un’Europa più forte significa garantirsi più possibilità di superare la crisi, più efficienza nel gestire le emergenze e più credibilità nello scenario globale.
- Città, territori, sviluppo sostenibile e innovazione: come valorizzare la politica dei territori? Mettiamo in rete i livelli di governo per aumentare l’efficienza dell’amministrazione pubblica, per aumentare il dialogo con i cittadini e per ascoltare di più le loro esigenze.
- Immigrazione: programmazione, regole e integrazione: chi dice che immigrato vuol dire clandestino? Regolare l’accoglienza e favorire l’integrazione significa combattere l’illegalità e lo sfruttamento delle persone che arrivano nel nostro Paese per lavorare e per studiare.
- La nuova energia dell’ambiente: come convertire l’Italia alle nuove energie? Riduciamo le emissioni, aumentiamo l’efficienza energetica, impariamo a gestire il riciclo e il riutilizzo dei rifiuti, valorizziamo i comportamenti virtuosi, promuoviamo il trasporto su rotaia, investiamo nella tecnologia solare ed eolica, scoraggiamo il «vecchio» nucleare e promuoviamo la ricerca.
- La salute di tutti: come mettere la sanità al servizio delle persone? L’Italia deve tornare a investire nell’assistenza ospedaliera, garantire pari dignità e regole condivise a strutture pubbliche e private nell’interesse dei cittadini , ridefinire i criteri di selezione degli amministratori e dei professionisti e garantire la dignità delle persone in tutte le fasi della vita.
- Certi, garantiti e sicuri: la giustizia e noi: è possibile una giustizia più veloce ed efficiente? Servono una magistratura autonoma e indipendente, più mezzi e risorse, meno sprechi, un’efficace valutazione del personale e più eguaglianza tra il cittadino e la Pubblica Amministrazione.
- La casa prima di tutto: come realizzare una nuova politica abitativa? Riforma del mercato degli affitti, piano per l’edilizia sociale in funzione delle esigenze del territorio.
- La scuola e la mobilità sociale: come migliorare la scuola? La scuola migliore non è quella che boccia di più, ma quella che garantisce la possibilità di eccellere anche ai ragazzi svantaggiati dal punto di vista sociale ed economico. È necessario ridefinire gli obiettivi, garantire autonomia e risorse alle scuole e agli insegnanti, imparare a valutare in modo efficace i risultati del nostro sistema scolastico.
- L’Italia che ricerca: come si può pensare un futuro senza ricerca? Vogliamo aumentare i fondi per valorizzare il merito e le eccellenze, adottare criteri di valutazione trasparenti e potenziare la qualità dell’insegnamento universitario.
- Il Paese della cultura: come non investire su una nostra risorsa primaria? La qualità della nostra vita dipende dalla cultura: il teatro, il cinema, la musica e i libri vanno sostenuti e messi alla portata di tutti.
- Liberi e informati: si può continuare a convivere con il conflitto di interessi? Vent’anni di conflitto di interessi hanno reso l’Italia un Paese rassegnato e apatico. Vogliamo un’informazione libera e plurale, un mercato televisivo con regole più trasparenti e la possibilità per tutti di accedere alla rete.
- Standard europei per laicità e diritti: come vivere senza diritti? La coscienza delle persone è arrivata più avanti delle leggi dello Stato: le leggi sul Testamento Biologico, sulle unioni civili e sull’adozione, e quelle contro le discriminazioni e l’omofobia servono a migliorare la vita delle persone.
- Tra Nord e Sud: ancora differenze tra nord e sud? Un nuovo patto per promuovere lo sviluppo, favorire una distribuzione più equa delle risorse e ridurre le differenze tra il Nord e il Sud dell’Italia, liberando il Paese dal controllo della criminalità organizzata.
- Una nuova politica, una nuova amministrazione: a chi piace questa legge elettorale? Noi vogliamo riformarla in senso maggioritario e uninominale, semplificare il sistema delle autonomie locali e ridurre i costi della politica, per sostenere i Comuni e innovare la Pubblica Amministrazione.

THOMAS CASADEI, candidato segretario regionale PD per la mozione Marino: Thomas Casadei, 33 anni, forlivese, è coniugato e ha una figlia. Dopo la Laurea in Lettere e Filosofia ha conseguito il titolo di Dottore di ricerca in Filosofia politica e attualmente è ricercatore assegnista in Filosofia del diritto presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Modena e Reggio Emilia.
Ulivista dal 1995, si è iscritto al PDS nel 1997 con posizioni vicine alla cultura del socialismo liberale e radicale. Negli anni 2005-2006 è stato il responsabile dell’Area di Lavoro ‘Cultura, Scuola, Università’ dei DS di Forlì; in seguito, dal settembre 2007 al settembre 2008 è stato componente dell’Ufficio di Segreteria e responsabile dell’Area di Lavoro ‘Formazione politica’. Iscritto al Pd fin dalla sua nascita con le primarie (è stato candidato nella lista “Con Veltroni. Ambiente, Innovazione, Lavoro”), è attualmente componente della Assemblea e della Direzione territoriale e coordinatore dell’Area di Lavoro ‘Cultura e Formazione politica’.

A cura di Jacopo Lanzoni ed Elena Bacchilega

1 commento:

  1. Avete dimenticato la premessa: la democrazia.

    “…perché il PD ha scelto la parola “democratico” per definire la sua identità?. C’è voluto del tempo perché nel pensiero politico si affermasse l’idea che la democrazia rappresenti un’opportunità di progresso e di crescita per la società. Ancora oggi chi governa il paese vive spesso con fastidio i processi che uno stato democratico si è dato attraverso la Costituzione. E spetta a noi, denunciare e contrastare ogni tentativo di ridurre gli spazi della democrazia. Nel 2007, quando abbiamo fondato il PD, abbiamo proclamato a voce alta e con convinzione che ogni traguardo può essere raggiunto utilizzando le risorse della democrazia.
    A volte, non dobbiamo nascondercelo, anche il PD è apparso assai poco democratico… Il progetto iniziale si è appannato, è diventato confuso agli occhi di chi ci guarda.
    È ora di rilanciare quel progetto, arricchirlo e correggere gli errori commessi.”
    “Non tornerà la voglia di politica in Italia se non tornerà innanzitutto, nel PD. Ma la voglia torna se il potere di decisione si condivide. Se il PD avrà un segretario eletto con milioni di voti, ma se avrà anche tanti, e tanti cittadini che potranno discutere, decidere e votare su questioni fondamentali…. se si discute con i cittadini, non dei cittadini”

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