domenica 4 ottobre 2009

Vento in poppa, marinai


di Daniela Micheli

Convenzione provinciale, ore 9:30, il mio bel tesserino giallo con stampato delegato in mano.
Modena, Palaconad presso gli stand della Festa appena conclusa.
Tanta gente: alcuni volti già visti nei mesi estivi appena trascorsi ma i più sono visi nuovi, una buona parte di essi indecifrabili se non per ciò che indossano e me li fa immediatamente collocare.
Stupore di tanta partecipazione a una cosa che voleva solamente essere la ratificazione di quanto già emerso dalle assemblee di circolo.
Vengono fatte alcune riflessioni circa le tre mozioni e i tre candidati, come sempre nell’ordine Bersani, Franceschini e Marino.
Non ci si sofferma (per fortuna, dico) sui punti presentati da ogni candidato alla segreteria, ma ogni relatore fa una panoramica generale, riflessioni tutte condivisibili al di là della lista rappresentata.
Non ricordo se il nome della ragazza è Francesca, l’ultima che sale sul palco, la “voce” di Marino, ma il modo con il quale si presenta, senza il politichese aggiunto nelle parole nonché il suo atteggiamento di donna che incontri al supermercato, in banca, ad accompagnare il bambino all’asilo, me la rende subito simpatica e non perché parla della mozione di colui che mi ha spinto il 6 luglio scorso a fare, per la prima volta in vita mia, la tessera di un partito.
Nemmeno ai tempi di forte empatia e condivisione con il Partito Radicale lo avevo fatto, ma è stato l’uomo al di là di un partito che mi rappresenta nel cuore e nello spirito, nell’ideale ma non nei fatti, che mi ha motivata.
Ed ascoltando quella ragazza che dichiarava candidamente di non aver mai fatto politica fino ad allora, che è una donna che lavora ma che ha deciso di scendere in campo perché vuole un partito nuovo che la rappresenti per davvero e non per proforma, parlando alla platea come sono certa è solita mangiare, senza troppi sofismi o ricercatezze, sono stata contenta di aver preso quella tessera.
E’ stata l’unica, dei tre, che ha strappato applausi a scena aperta, restando semplicemente se stessa e non parlando di apparato, di revisione, di globalizzazioni, di statistiche, non ha infarcito il suo discorso con nessun parolone difficile, è arrivata dritta anche ai tanti volontari citati che hanno prestato la loro opera alla Festa appena conclusa che ben poco hanno a che spartire con le giacche e le cravatte che siedono imperterrite nelle loro sedie in prima fila.
Ero serena nell’ascoltarla e nel riconoscere nelle sue parole e nel suo atteggiamento ciò che più mi assomiglia.
Finiti gli interventi è iniziato il dibattito. Anche qui hanno parlato in parecchi, tempo concesso cinque minuti ciascun oratore, ed anche qui le differenze sono state palesi tra la vecchia guardia e le nuove leve.
Mi ricordo solamente il nome di Juri, perché abbiamo scambiato qualche parola, ma ad una ragazza, una volta concluse le votazioni palesi, sono andata a stringere la mano: è stata la prima che ha “osato” ricordare ciò che è avvenuto questa settimana in parlamento a proposito della legge sullo scudo fiscale, vergognandosi lei per prima delle assenze per le quali oggi, quando è troppo tardi, si parla di sanzioni.
E anche qui gli applausi a scena aperta.
Sono rientrata e ho voluto scrivere queste due righe a caldo perché sono contenta della scelta fatta, voglio sperarci e vorrei davvero che il 25 ottobre il politik-buero del PD provasse a farsi un esamino di coscienza piccolo piccolo piccolo, a dirsi che forse le poltrone andrebbero lasciate veramente a volti nuovi, strafottendosene altamente se non hanno l’esperienza per guidare un partito.
Una cosa certamente ce l’hanno ed è il cuore che ci mettono.
E che io ho percepito tutto.
Avanti tutta, marinai.
La Merkel appena eletta un giorno disse che non importa essere un falegname per costruire la barca, ma è importante infondere in chi sta intorno la voglia di mare e di avventura e la barca arriverà da sola.
Ignazio e questi ragazzi mi hanno dato una grandissima voglia di mare e di navigare, anche se ogni tanto mi devo sporgere dalla prua per rigettare in mare le schifezze di altri falegnami.
Quindi vento in poppa, spiegare le vele e puntare diritti alla meta del 25 ottobre.

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