domenica 15 novembre 2009

Compagni di traversata

di Daniela Micheli



Come resistere a una richiesta di Ivan?
Dopo il mazzo che si è fatto in questi cento giorni di campagna sottomarina, è il minimo che a lui è dovuto.
Non so da che parte iniziare.
Solitamente i ringraziamenti si mettono alla fine, quando si esce di scena e gli applausi scrosciano, ma stasera inizio invece da lì, ringraziando tutti voi che avete condiviso un pezzo di strada con me, regalandomi sorrisi tra le incazzature quotidiane.
Oh, non aspettatevi dei francesismi, ciò che ho apprezzato di Marino in primis e in tutti voi per secondi ma non per ultimi, è stata proprio la vostra assoluta mancanza della ricerca di un lessico complicato e di una dialettica politika, le parole usate hanno rispecchiato la vostra semplicità e la vostra sincerità, genuini come il nostro lambrusco migliore.
Ricordi, Ivan, la sera che andammo a sentire le presentazioni delle tre mozioni a Sassuolo e io, alla fine, ti dissi di cancellarmi da ogni lista perché non sarei mai stata in grado di competere con sì tante alte parole?
Fu Gianni, il giorno dopo, a convincermi che non potevo mollare tutto lì, nonché Fiorella, che mi assicurò che la mozione Marino, quando sarebbe stato il mio turno, l’avrebbe presentata lei.
Non sembra, ma lei lo può confermare, che a me, a parlare davanti a una platea, mi sarebbe venuto sicuramente un attacco di dissenteria e si può presentare l’uomo nuovo del partito con una verde in faccia causa strizza?
No, non si può e Fiorella mi ha tolto le braci da sotto i piedi.
Vi ho mai scritto di quella sera?
Lei, compostamente seduta al tavolo dei relatori; naturalmente era l’ultima in scaletta, come da copione.
Prima di lei, per Bersani e Franceschini, persone che di presentazioni ne avevano fatte tante.
E si sentiva.
Fiorella, quella sera, aveva provocatoriamente indossato una maglia rosso fuoco e quando prese la parola (anche se non lo ammetterà mai, la conosco da quindici anni), le tremava un po’ la voce e, a ben guardare, anche le mani.
Però, man mano che proseguiva, prendeva vigore e il timore iniziale si scioglieva come neve al sole anche se fuori faceva ancora un caldo porco e le nostre colline erano ancora verdissime e non innevate.
Gli applausi a lei come agli altri, anzi, alle mie orecchie erano arrivati persino più calorosi, visto che per i predecessori io mi ero ben guardata dall’applaudirli.
Mica per niente, ma non erano i miei relatori, quei due, non parlavano del programma del mio uomo, quei due, perché spellarmi le mani, per quei due?
La mattina della ratifica al Palaconad di quanto era uscito dalle circoscrizioni comunali, ho sentito parlare per la prima volta Francesca e Maria Luisa e lì mi sono sentita, confesso, forse per la prima volta, facente parte di un gruppo, come non mi succedeva da… trent’anni o già di lì.
Insomma, quando ero una bambina anche io, come loro e sarà forse la voglia di risentirmi giovane, di fare parte di un qualche cosa che non è solamente un brontolare da dietro uno schermo o con gli amici del gruppo teatro, sarà che sentivo pulsare voglia di cambiamento, che mi sono trovata da Dio in mezzo a quei ragazzi, per la cui età, biologicamente, potrebbero essermi figli.
La settimana della maledetta fiera delle piastrelle mi ha impedito di essere presente all’incontro con Thomas e Pippo Civati che presentava il suo libro e ho un po’ rosicato, nel leggere Beppe che ne scriveva con entusiasmo.
E tra una riunione e l’altra, tra le cinquecento mail quotidiane di Suzzi e quelle di Beppe, quelle di Modena Per Marino, tra la serata che mi fa scoprire una Francesca non solo passionale in politica ma anche nel canto (il duetto con Daniele, nella performance di Caruso, un brivido) siamo arrivati a ieri.
Bellino il mio nome nella scheda azzurra, sotto quello di Juri, mi ha inorgoglita.
Dopo due telefonate a Ivan, ieri pomeriggio, sono anche riuscita a sapere dove mia madre avrebbe potuto esercitare il suo dovere civico di cittadina ancora iscritta alle liste elettorali, visto che quando se n’era parlato, in settimana, la vispa ottantina ha ribadito che lei è una comunista di quelle vecchio stampo e che doveva votare il nuovo segretario, o suo marito, mio padre, si sarebbe ribaltato nella tomba.
Spiegatole che se voleva bene a me, sua figlia, doveva mettere una crocretta sulla lista a destra, assicuratami che avesse preso gli occhiali, l’ho scaricata davanti al Circolo Fossetta, dove lei è, praticamente, di casa visto che ci va ogni giorno a giocare a bestia con il circolo pensionati comunisti e fancazzisti del rione.
Io sono andata ai seggi, non sapendo bene che dovevo fare; a Fiorano Modenese ci si conosce un po’ tutti quanti, soprattutto quelli della fascia d’età over 45 e il pomeriggio, tra una ricevuta e l’altra, è volato, fino alle venti precise quando sono state scaravoltati i cartoni contenti le schede elettorati, azzurre e rosa.
Bersani, Bersani, Bersani, Bersani, Bersani, Bersani, Franceschini, Bersani, Franceschini, Marino e via così, fino a quel 10,75% che, considerando lo zoccolo duro fioranese, non è un successo in senso lato ma lo è ugualmente.
Mentre con i ragazzi del seggio ci si sparava uno spaghetto alle vongole, mi chiedevo “E ora che faccio?”.
Me lo chiedo anche adesso, che farò.
Mille impegni in giro, cento promesse fatte e da mantenere.
Uno più, uno meno, non mi porterà poi via così tempo e mi dispiacerebbe perdere dei compagni di traversata come i tanti che ho conosciuto.
E torniamo a bomba e cioè ai ringraziamenti e concludo con un grazie collettivo a tutti quanti, non voglio fare il nome di nessuno perché rischio di dimenticarne qualcuno.
Il mio grazie a questi marinai che hanno guidato il sottomarino in un mare un po’ in burrasca ma che sono riusciti, con il loro entusiasmo e i loro sogni, a tener dritta la barra e portarci fino a qui.
Un po’ delusi, forse, ma sicuramente volenterosi di riprendere il mare e di navigare.
Perché l’avventura, forse, è solamente incominciata.
Grazie, compagni di traversata.
Daniela

2 commenti:

  1. ambè, e ditemelo allora che mi volete con le piume da pavone belle liscie :))))

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